Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

rifiuti-campania-manifestazione05 ottobre 2013 - di di Antonio Crispino
Un corteo di protesta contro l’ormai noto «triangolo della morte» che ha disseminato il territorio di tumori e malattie
Ti aspetti le istituzioni in prima linea, quelle capaci di dare una risposta concreta, come ha chiesto il Capo dello Stato Napolitano. Non ci sono. In un corteo che non ha niente di normale. A Caivano, dove ogni giorno si sequestrano chilometri di terra o tonnellate di frutta e verdura perché avvelenati, così come a Giugliano, Acerra, Casal di Principe, Nola... L’ormai noto «triangolo della morte» seminato di tumori. Qui hanno inventato il business dell’intombamento dei rifiuti tossici. Sono tonnellate di scarti di fonderia, fanghi tossici, solventi, coloranti, vernici provenienti da tutta Italia e non solo. Tutti sotto terra, in buche profonde anche 10 metri, tanto da lambire le falde acquifere, seppelliti là, ricoperti da altra terra. E coltivazioni.

TUMORI - I casalesi e i caivanesi, quelli veri, quelli che non avevano mai trovato il coraggio di protestare ora dicono «basta». Sventrano il paese di Sandokan come quello della camorra di Caivano. Attraversano Orta di Atella, Frattaminore, Crispano, Cardito, Caivano. Cinque chilometri di strada in cui la gente si confonde con le gigantografie di uomini e donne. Quelli che incrementano i numeri di qualsiasi statistica tumorale. E poi ci sono i bambini. Leucemia mieloide acuta è il nome ricorrente con le quali le mamme hanno dovuto fare dimestichezza. E quelli mai nati? In Campania c’è il primato di sterilità maschile e aborti spontanei. «Da poco ho perso mio figlio al terzo mese di gravidanza - dice in lacrime una ragazza -. E’ la quarta volta». Non è sola. Attorno a lei ci sono tutte le altre donne che stanno vivendo questo dramma nel dramma e che hanno trovato il coraggio di scendere in piazza.

LA MARCIA - E’ un cordone umano che pare dare colore a ogni metro percorso, dal campo sportivo all’uscita dell’asse mediano fino alla piazza. Il grigiore è sulle facce di chi si chiede chi sono, cosa ci fa tanta gente lì, chi non ha il coraggio di uscire fuori il balcone ma guarda da dietro le persiane. Tanta gente qui fa paura, fa troppo rumore. Anche se sono bambini. Sono in prima fila con i loro cartelli contro il «biocidio» che sta ammazzando vittime troppo giovani, troppo velocemente, troppo numerosi, tutti negli stessi quartieri, nelle stesse strade, negli stessi condomini. I bambini guardano tutto. Mentre marciano, due ragazzini alzano la testa verso l’alto e gridano «Signo’ scendete in strada, venite con noi, non state sul balcone». C’è chi partecipa per la prima volta, chi ne ha sentito parlare solo in tv o sui giornali. E sono veramente tanti. Si aggiungono strada facendo gruppi sempre più numerosi. Alla chiesa della Madonna di Campiglione, tappa finale, arrivano quasi 60mila persone. Che si vanno ad aggiungere agli altri 20 mila scesi in piazza nei giorni scorsi ad Aversa, Acerra, Giugliano, Casal di Principe.

IL PARROCO - Si segue la massa, all’inizio c’è un po’ di disorientamento. Sarà per questo che scoppia un forte applauso quando arriva don Maurizio Padriciello, prete anticamorra simbolo della lotta ai roghi tossici e all’intombamento di rifiuti. Gli si stringono attorno, lo baciano, gli tendono la mano anche se non lo conoscono. Lo hanno visto in tv, lo seguono su facebook ma soprattutto hanno sentito le sue omelie. L’unica istituzione qui è lui. Un parroco con la solita camicia, il solito colletto, la solita croce di legno stretta tra le mani. E il popolo si rassicura, ha la sua guida, il suo punto di riferimento. Grida più forte, più allegra, più convinta. Don Maurizio ha da poco parlato con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato ha mandato un messaggio di solidarietà e sostegno chiedendo “risposte concrete a situazioni critiche e di grande complessità”. Ma qui nessuno si accontenta più delle parole. Per la metà di novembre (probabilmente il 16) si sta già organizzando un megaraduno a Napoli. E poi a Roma, sotto il Parlamento. E’ la voce della Campania che reagisce e stavolta non vogliono essere ignorati.

in foto Un momento della marcia (Ansa)

Tratto da corriere.it

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos