27 febbraio 2013
Napoli. Dopo 23 anni è arriva la sentenza di primo grado per la stage del bar 'Sayonara', avvenuta nel 1989 nel quartiere di Napoli di Ponticelli, quando furono uccise sei persone, quattro delle quali vittime per caso dei sicari. E ci sono 11 ergastoli e 6 condanne che oscillano tra i 16 e i 20 anni, per i collaboratori di giustizia. Una strage voluta dal clan Sarno per vendicare la morte di uno dei propri affiliati nel corso della faida con la cosca degli Andreotti per il controllo degli affari criminali. Sono passati molti anni prima che un muro d'omertà fosse infranto e ci fossero gli elementi per andare a dibattimento. A parlare della mattanza sono stati i fratelli Vincenzo e Ciro Sarno, ex capoclan passati con lo Stato. "Non volevo che venissero coinvolte persone innocenti.
E' una strage che ancora mi pesa - aveva raccontato al pm Ciro Sarno - anche in ragione del fatto che, sebbene sia stato il mandante dell'azione, di certo non volevo gli esiti che poi si sono avuti". L'obiettivo principale dell'agguato, infatti, era Antonio Borrelli, un fedelissimo di Andrea Andreotti che, mentre ''o sindaco' era detenuto, aveva risposto male al fratello Giuseppe Sarno. Carcere a vita per Ciro, Antonio e Giuseppe Sarno; Giovanni, Ciro e Gennaro Aprea; Vincenzo Acanfora; Luigi Piscopo; Gaetano Caprio; Roberto Schisa; Pacifico Esposito.
AGI