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++ CAMORRA: ARRESTATO BOSS CASALESI MASSIMO DI CATERINO ++6 ottobre 2012
Massimo di Caterino era l'ultimo della lista dei latitanti del clan dei Casalesi. Le indagini che oggi hanno portato all'arresto di Massimo Di caterino sono state condotte dalla squadra mobile di Caserta e dal distaccamento di Casal di Principe, rispettivamente guidati dai vice questori aggiunti Angelo Morabito e Alessandro Tocco, sotto il diretto coordinamento del procuratore aggiunto della DDA partenopea Federico Cafiero de Raho e del pm Catello Maresca

 CAMORRA:DI CATERINO STANATO IN BUNKER RICAVATO IN BOX DOCCIA

Massimo Di Caterino, nato a Caserta 40 anni fa, è soprannominato "pistuolo". E' ricercato dal 31 marzo 2010 perché destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, estorsione e favoreggiamento personale, reati aggravati dall'avere agito al fine di agevolare il gruppo Zagaria del clan dei Casalesi. Il latitante è stato stanato all'interno di un'abitazione dove, nel box doccia, era stato ricavato un bunker. Lì si era nascosto per sfuggire alle forze dell'ordine. Di Caterino è ritenuto uno dei più fidati luogotenenti di Michele Zagaria, il boss arrestato dalla Polizia di Stato a Casapesenna il 7 dicembre 2011, dopo 16 anni di latitanza.

CAMORRA:DI CATERINO IN QUESTURA CASERTA,APPLAUSI DA FINESTRE

Dopo l'arresto, Massimo Di Caterino é stato condotto dalla polizia nella sede della Questura di Caserta. All'arrivo delle auto nel piazzale interno, i poliziotti presenti negli uffici si sono affacciati alla finestra applaudendo i colleghi della Squadra Mobile e gridando "Bravi". Secondo quanto si è appreso Di Caterino non ha proferito parola quando è stato arrestato. Ad ammanettare l'ultimo dei latitante del clan dei Casalesi - scovato dalla squadra mobile di Caserta in un'abitazione con bunker nel box doccia e sistemi anti-polizia di Francolise, nel Casertano - è stato il vice questore aggiunto Alessandro Tocco, che dirige la sezione distaccata di Casal di Principe della squadra mobile casertana.

ansa.it

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