Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di AMDumila
Alcune famiglie di 'Ndrangheta si sarebbero adoperate per compiere un attentato, nel torinese, con delle bome a mano. E' quanto emerso dalle dichiarazioni di un uomo siciliano di 61 anni, che ha deciso di collaborare con la Dda del Piemonte dopo essersi presentato come ex appartenente a 'Cosa Nostra' per il mandamento di Canicattì di Antonio Ferro.
Le sue dichiarazioni sarebbero state utilizzate nell'inchiesta Carminius sulla presenza dei clan a Carmagnola (poi collegata a quella che in un filone laterale ha portato all'arresto dell'assessore regionale Roberto Rosso per voto di scambio). "Ho saputo - disse il pentito all'inizio del 2018 - che delle persone si sono procurate delle bombe a mano da utilizzare per un attentato e questa cosa non mi piace e voglio evitarla". Secondo il sessantunenne, gli ordigni (sei in tutto) erano stati fatti arrivare dalla Calabria "per usarle contro una persona che creava problemi". Nell'attesa dovevano essere custoditi a Carmagnola. Sempre secondo il pentito, nella zona "'Ndrangheta e Cosa nostra hanno fatto un patto per lavorare assieme senza darsi fastidio".

Fonte: ANSA

TAGS: