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Gratteri: “La 'ndrangheta non spaccia più, ha subappaltato questo settore
di AMDuemila
Stamani i Carabinieri di Crotone hanno dato esecuzione, sul territorio calabrese e in altre regioni d'Italia, a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catanzaro, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia. 13 persone arrestate e 57 indagate, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti con attività di spaccio anche nei pressi di scuole e con il coinvolgimento di minori. L’indagine ha inferto un duro colpo ad un sodalizio criminale attivo nel quartiere Rom di Crotone denominato Acquabona, da qui il nome dell’operazione “Acquamala”. "L'importanza di questa indagine, che sembrerebbe di poco conto perché colpisce una rete di spaccio, è invece fondamentale per la conoscenza delle modalità di spaccio e della relativa pericolosità. La 'ndrangheta non spaccia più, ha subappaltato questo settore e i rom in Calabria sono specializzati e senza scrupoli tanto che vendono davanti alle scuole. Per questo le indagini, per quanto faticose e difficili, vanno incrementate". Ha commentato l’operazione odierna il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina. "L'indagine - ha sottolineato Gratteri - ha infatti svelato l'esistenza di un'organizzazione di rom ramificata in diverse province dedita allo spaccio di droga e capace di interfacciarsi con le grandi famiglie di 'ndrangheta". Il blitz è ”fondamentale", ha spiegato, poiché sgomina una modalità di spaccio "allarmante in quanto vendendo droga davanti alle scuole si rovina il futuro dei ragazzi e delle loro famiglie". Il procuratore aggiunto, Vincenzo Luberto, ha evidenziato invece i collegamenti tra l'associazione dei rom di Crotone con famiglie del reggino dove acquistavano la droga: "E' emersa in questa indagine - ha affermato - la capacità dei Rom di gestire canali di approvvigionamento importanti come quello della cocaina con la famiglia Raso di Rizziconi. Investigare sui rom ci ha permesso di trovare le alleanze in ambito regionale ed avere conferma dell'esistenza di una organizzazione interprovinciale di rom dedita alle attività criminali come lo spaccio di droga, il furto ai portavalori o quelli di auto”.

Foto © Imagoeconomica

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