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Dichiarazioni delitto recenti, ha fatto trovare fucile agguato
Reggio Calabria. Il pentito di mafia Maurizio Avola, "sicario" della famiglia Santapola, che con le sue dichiarazioni ha impresso un'accelerazione all'inchiesta sull'omicidio del magistrato di Cassazione Antonino Scopelliti, ha iniziato a collaborare con gli inquirenti siciliani nel 1994 ma solo recentemente avrebbe iniziato a parlare con i magistrati calabresi. L'uomo, che ha già confessato poco meno di un centinaio di omicidi, fra cui quello del giornalista Giuseppe Fava, infatti, solo negli ultimi anni, secondo quanto si è appreso, avrebbe iniziato a parlare del delitto Scopelliti e dell'intesa tra mafia e 'ndrangheta che starebbe dietro l'omicidio. Un aspetto che anche gli inquirenti intenderebbero chiarire. Un dato, ha detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, "che ci fa ritenere di valutare con grande attenzione, con grande approfondimento quello che dice. E' evidente che il gap temporale tra l'inizio della collaborazione e le dichiarazioni sull'omicidio richiedono una maggiore attenzione, un maggiore approfondimento in collaborazione con le Dda che si sono occupate di lui. Siamo in collegamento, tramite la Dna, con le procure di Palermo, Caltanisetta e Catania. Ogni sua valutazione viene vagliata attentamente ma sicuramente non possiamo ignorare le sue dichiarazioni, in particolare dopo il rinvenimento del fucile che potrebbe essere quello utilizzato per il terribile attentato".

ANSA

Foto © Imagoeconomica