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I cugini, Bruno Gagliardi, 42 anni, e il suo omonimo di 50 anni sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Catanzaro su richiesta della Procura ed eseguita dalla polizia di Stato, in quanto ritenuti i corresponsabili dell’omicidio, aggravato dal metodo mafioso, di Gennaro Curcio, 47 anni.
Il fatto di sangue è avvenuto il 17 agosto 1995, all’interno di una rivendita di autoricambi di Nocera Terinese, in provincia di Catanzaro. Secondo gli inquirenti, all’epoca, i cugini Gagliardi facevano parte di un gruppo emergente che tentava di affrancarsi dalla cosca di ‘ndrangheta Bagalà, egemone sui traffici illeciti dei Comuni del litorale lametino, sotto il diretto controllo della cosca Iannazzo di Lamezia Terme. Curcio, invece, era considerato il diretto referente della cosca Bagalà.
Le indagini condotte dalla Squadra mobile si sono sviluppate sulla base delle recenti dichiarazioni del pentito Gennaro Pulice. Quest’ultimo ha confessato di essere stato l’autore materiale dell’omicidio. Secondo quanto emerso dall’attività investigativa, inoltre, il 42enne Gagliardi è stato individuato come la persona che ha accompagnato il killer sul luogo del delitto, mentre al cugino 50enne è stata attribuita l’organizzazione dell’agguato.
L’omicidio s’inquadra nel progetto del gruppo di ‘scissionisti’, che era intenzionato a scalzare i Bagalà, egemoni sulle estorsioni nei Comuni di Falerna, Gizzeria e Nocera Terinese. Facevano parte del gruppo, oltre a Pulice e ai due indagati, i cugini Gagliardi, anche Gianfranco Noberti, Giovanni La Polla e Salvatore Ruberto, entrambi, questi ultimi, uccisi in quella che viene ricordata come la ‘strage di Sambiase’ avvenuta il 29 settembre 1995 a Lamezia Terme. La ‘strage’ rappresentò la risposta delle cosche dominanti all’omicidio Curcio e mise fine alle mire espansionistiche del gruppo emergente.
Il 50enne Gagliardi è stato rintracciato con l’ausilio della Squadra mobile di Novara (provincia nella quale è residente) a Milano, presso una struttura sanitaria dove era ricoverato per accertamenti medici ed è stato trasferito nel carcere di San Vittore. All’altro cugino, invece, 42enne invece è stato notificato il provvedimento nel carcere di Terni, dove è detenuto a seguito delle contestazioni per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione ‘Andromeda’.

strill.it

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