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Lo sviluppo delle cosche calabresi è ormai così ramificato da aver superato quello della mafia. Gli affari nel mondo e la presa di New York

La guerra di mafia l’ha vinta la ‘ndrangheta. Il controllo globale delle rotte del narcotraffico è ormai appannaggio della mafia calabrese, che ha scalzato quella siciliana e grazie ai contatti con i cartelli colombiani e messicani i boss della Locride hanno imposto a Cosa Nostra il controllo sulla piazza di New York, “scalzando” le ormai storiche famiglie della Grande Mela. Se ne parla nella relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia del 2015, che oggi è illustrata da Repubblica. Ma l’atlante delle ‘ndrine è molto più ramificato e variegato. E comprende, il Canada, dove l’organizzazione investe capitali sporchi in edilizia, ristorazione e servizi ambientali; in Francia, dove lavora in Provenza e Costa Azzurra; in Olanda, dove società collegate alla ‘ndrangheta sono attive nel settore della floricoltura e vengono utilizzate per trasportare droga e riciclare capitale. Ma la conquista strategica è quella di New York e della Florida, dove duecento soggetti associati gestiscono i contatti con narcos.

Una sesta famiglia, infatti, c’è già. Pur non ammessa nel gotha criminale di New York, i Rizzuto di Montreal, in Canada, hanno storicamente un legame stretto con i Bonanno. Se c’è da mettere in piedi un affare di un certo peso – partite di cocaina, armi clandestine, riciclaggio – i referenti sono loro. Un rapporto che da un po’ di tempo non è più così solido. Tra il 2012 e il 2013 una fonte confidenziale dell’Fbi rivela che Francesco Ursino, il boss della omonima cosca storica alleata dei Cataldo di Locri, ha chiesto ai Gambino di poter lavorare sulla piazza di New York «proprio come una sesta famiglia». Chiesto per modo di dire.

A questo giro sono i siciliani di Cosa Nostra a trovarsi di fronte a un’offerta che non si può rifiutare, perché quando ha bussato alla porta dei Gambino, Francesco Ursino in realtà si era già preso tutto: le rotte del narcotraffico, i contatti con i cartelli messicani e colombiani, il controllo dei porti e dei cargo. Il boss parlava a nome non di una famiglia sola, ma di quello che gli investigatori nell’indagine New Bridge (che porterà alla cattura del capoclan) definiscono «un consorzio» di clan della Locride. Rifiutare avrebbe voluto dire per i Gambino ingaggiare una guerra senza senso, e dall’esito incerto. Meglio mettersi d’accordo e accettare il dato di fatto. Sul mercato mondiale della cocaina, ‘ndrangheta rules, comanda.

nextquotidiano.it

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