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sollecito rocco s funeraldi Andrea De Roberto
Il 28 maggio è stato ucciso a Montreal Rocco Sollecito, considerato dalla polizia un big della criminalità, la sua eliminazione ha un valore simbolico. Significa che nessuno è intoccabile, che gli equilibri sono saltati e che tutto è da definire. Ma chi è contro chi?

Bonanno, Lucchese, Colombo, Genovese e Gambino, le cinque famiglie di New York, il gotha del crimine mondiale, stanno alla finestra a guardare cosa succede a Montreal. Toronto è oramai affare della ‘ndrangheta, delle famiglie reggine, Montreal, storico feudo della famiglia Rizzuto, la “Sesta famiglia”, oggi è terra di conquista. L’omicidio di Rocco Sollecito, legatissimo ai clan della Locride ne è la dimostrazione. Sollecito è stato ucciso a Montreal il 28 maggio, era considerato dalla polizia un big della criminalità, la sua eliminazione ha un valore simbolico. Significa che nessuno è intoccabile, che gli equilibri sono saltati e che tutto è da definire. Ma chi è contro chi? Le fonti investigative parlano di scontro tra i siciliani legati alla storica famiglia Rizzuto e i calabresi. La realtà però per chi indaga pare sia diversa. Una frangia di calabresi, da sempre fedele ai Rizzuto vorrebbe prendere il controllo di Montreal, ma gli altri calabresi, quelli che già dominano Toronto, sapendo del crollo della “Sesta Famiglia” vogliono fare filotto, nessuna alleanza o spartizione con i Rizzuto o chi resta di loro. I “raptors” di Toronto vogliono tutto, vogliono l’intero piatto, vogliono in poche parole controllare tutto il Canada. Chi si mette in mezzo è in guerra. Così sarebbe stato deciso. E in tutto questo le “Cinque famiglie” che fanno? I Bonanno, Lucchese, Colombo, Genovese e Gambino non possono prendere parte attiva alla guerra, non conviene schierarsi, tifare, ma loro sanno chi vincerà perché qualcuno sospetta che il via libera alla sostituzione del gruppo Rizzuto con l’asse calabrese di Toronto sia comunque dietro le quinte sponsorizzata dalle “Cinque Famiglie”. E non potrebbe essere altrimenti, le famiglie della Locride controllano gioco d’azzardo, commercio alimentare e soprattutto il traffico di droga in mezzo Canada in affari con New York, e le “Cinque famiglie” stanno sempre con i più forti, con chi fa il miglior business. Inoltre anche l’asse siciliana è spaccata, gli Inzirillo e i Gambino su tutti. In Sicilia tutto inizia nell'aprile del 1981, quando i corleonesi massacrano Stefano Bontate. È chiaro a tutti che nulla sarà più come prima. I paesani si vogliono prendere Palermo. Totuccio Inzerillo non può non avere fiutato il pericolo, lui che con Bontate si è inventato il business dell'eroina. Montagne di droga e milioni di dollari. Inzerillo si sente forte del potere dei soldi. Ha un grande affare per le mani con il capo dei capi. Ci sono 50 chili di roba pronti per essere venduti e crede che questo lo metta al riparo dal piombo. Si è fatto male i conti. Morirà. Anni dopo il pentito Naimo svelerà i retroscena della faida di “cosa nostra”. Riina e Provenzano si presero Palermo scacciando i vecchi padrini e imponendo con la violenza il loro potere. Dopo la cattura di Riina gli “scappati” cominciano a rientrare, per primo Francesco Inzerillo, ’u truttaturi, classe 1956, fratello di Salvatore. Il boss Nino Rotolo ha paura, sa che i figli di Antonio e Salvatore Inzirillo sono cresciuti, che i Gambino hanno meditato vendetta. Si parla di una alleanza tra gli “americani” di Palermo e Salvatore Lo Piccolo, boss vicino tanto a Provenzano che a Messina Denaro. Gli equilibri si ristabiliscono, gli Inzirillo sono tornati a riprendersi quello che era loro, e si dice con il placet del super latitante Matteo Messina Denaro. Sono loro adesso i siciliani che contano, anche a New York, anche in seno alle “Cinque Famiglie”, potrebbero essere loro adesso a sponsorizzare l’ascesa dei calabresi a Montreal, uniti da un patto da centinaia di milioni di dollari: la cocaina.

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In foto: i funerali di Rocco Sollecito (© Natalie Nanowski/CBC)

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