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scommese online betuniqLa motivazione del Tdl sulla posizione di Mario Gennaro
Reggio Calabria. “Esistono concreti pericoli di reiterazione delle condotte criminose, desumibili dall’allarmante capacità criminale dimostrata dall’associazione in termini di uomini, mezzi, professionalita', intimidazione”. Per questo Mario Gennaro deve restare in carcere. E’ secca e lascia ben pochi margini all’interpretazione la motivazione con cui il Tribunale del riesame ha rispedito al mittente l’istanza di annullamento dell’ordinanza e contestuale scarcerazione presentata dai suoi legali per Mario Gennaro, ex picciotto dei Tegano, trasformato dal clan nel manager di riferimento dell’immensa lavatrice nascosta dietro il sistema del betting online. Un’organizzazione cresciuta e sviluppatasi per i giudici “giovandosi dell’apporto finanziario delle cosche di ‘ndrangheta e dello strumentario tipico della criminalita' locale. Le investigazioni dimostrano l’appartenenza a cosche di ‘ndrangheta egemoni sul territorio ma anche figure estranee a coloriture tipicamente mafiose, come i master, i manager a Malta, i titolari di sale giochi”.

Un’organizzazione complessa, costruita a uso e consumo delle ‘ndrine, ricordano i giudici valorizzando le rivelazioni del pentito Enrico De Rosa, il quale ha spiegato che “le organizzazioni hanno usato spesso le giocate effettuate nelle agenzie di scommesse gestite direttamente per riciclare proventi illeciti. Se la puntata risultava perdente, l’incasso era tutto del punto vendita collegato ai clan, se era vincente il denaro veniva versato a uno scommettitore affiliato”. Anche per i giudici del Tribunale del Riesame, Gennaro dunque e’ il “coordinatore della struttura commerciale dedita alla diffusione con metodo mafioso sul territorio del brand promossi dall’associazione criminale, come confermano numerose intercettazioni telefoniche. La criminalita’ organizzata locale – tramite la capacità commerciale dell’associazione – si vedeva così garantiti notevoli introiti economici nonché la possibilità di riciclare denaro”.

E cosi’ come uomo di ‘ndrangheta e’ Gennaro, cosa di ‘ndrangheta era la Betuniq. “L’associazione – si legge nelle motivazioni - utilizzava sistematicamente siti illeciti e occulti e la raccolta a terra dei centri trasmissione dati. Dietro lo schermo di siti muniti di regolari concessioni, l’associazione diffondeva al pubblico siti con suffisso.com”. Solo un paravento era inoltre il tentativo di Gennaro di acquisire una concessione dei Monopoli di Stato, necessaria esclusivamente “per un’apparenza di legalità formale, che avrebbe reso piu’ semplice il funzionamento del sodalizio: la strategia era una serrata battaglia giudiziaria condotta attraverso tutti i provvedimenti che riguardavano le singole agenzie sequestrate”.

ilVelino/AGV NEWS 

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