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Il magistrato ascoltato in Commissione parlamentare Antimafia
22 aprile 2015
Roma. "Ho pensato: mi sta ammazzando". Con queste parole il pm Giovanni Musarò ha raccontato alla Commissione parlamentare antimafia che lo ha ricevuto in audizione, l'aggressione subita da parte del superboss della 'ndrangheta Domenico Gallico nel carcere di Viterbo il 7 novembre 2012. Dopo avergli rotto il naso, Gallico riempì Musarò di pugni e calci. "Sono stati secondi infernali, un'esperienza che non auguro a nessuno - ha raccontato il pm - mi avrà dato una cinquantina di pugni e sessanta calci. Mi ha massacrato, ho avuto paura". A salvarlo è stato il giovane avvocato che era stato chiamato per assistere Gallico, "prima ha provato inutilmente a fermarlo, poi, non riuscendoci, ha chiesto aiuto agli agenti di polizia penitenziaria. A lui devo la vita. Quattro agenti lo hanno tirato via mentre mi picchiava. Quando ho trovato la forza di guardarlo era steso supino a terra, con un agente della penitenziaria seduto sul suo sterno e diceva "soffoco"". Ai componenti della Commissione Antimafia, presieduta da Rosy Bindi, che gli hanno chiesto se secondo lui il boss volesse ucciderlo, il magistrato ha risposto: "non credo mi volesse fare un massaggio. E' un uomo che ha compiuto numerosi omicidi: se ti mette le mani addosso ci mette un secondo a spezzarti il collo".
Era stato Gallico a chiedere di essere interrogato in carcere. "A me - ha raccontato Musarò che all'epoca era in servizio alla Dda di Reggio Calabria e con altri magistrati aveva inferto colpi durissimi alle famiglie della Piana di Gioia Tauro - sembrò subito una richiesta molto strana. Scrissi alla casa circondariale di Viterbo chiedendo di essere assistito da due agenti di polizia penitenziaria, temevo di subire un'aggressione". Ma il superboss fu fatto entrare nella saletta solo e senza manette.

ANSA

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