Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di Ilaria Calabrò - 30 marzo 2015
La Corte d’appello di Reggio Calabria ha revocato la confisca di beni, aziende e conti correnti, per un valore di 50 milioni di euro, disposta dalla Dda reggina nei confronti di una delle piu’ grosse aziende di produzione di ferro operante sul territorio nazionale. Si tratta della storica azienda Trichilo di Lamezia Terme che, nel 2010, in seguito del coinvolgimento di Giuseppe Trichilo nell’ operazione “Crimine”, si vide spogliare di tutti i beni intestati ai fratelli, con la contestuale irrogazione della misura della prevenzione personale. Lo hanno reso noto i difensori dei fratelli Trichilo. Il provvedimento di confisca era stato disposto dal Tribunale di Reggio Calabria, avverso il quale hanno fatto ricorso i fratelli Trichilo tramite i loro difensori. Oggi la Corte d’ appello, sciogliendo la riserva fatta nel corso dell’udienza di discussione, hanno disposto la restituzione immediata di tutti i beni ai fratelli Trichilo e la revoca della misura personale a Giuseppe Trichilo. Quest’ultimo e’ stato difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Nico D’Ascola, mentre gli altri due fratelli dagli avvocati Luigi Fornari, Francesco Siclari e Salvatore Staiano.

strettoweb.com

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos