di AMDuemila - 29 gennaio 2015
Confiscati beni per oltre 6 milioni di euro, da parte del Centro Operativo di Torino della Direzione Investigativa Antimafia, nei confronti di Salvatore Demasi, 71enne, ritenuto il capo indiscusso del “locale” di Rivoli (TO), condannato nel novembre 2013 a 14 anni di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso. L’indagine ha portato alla luce l’infiltrazione della ‘Ndrangheta nel tessuto economico e sociale della provincia di Torino mediante il reinvestimento di denaro di provenienza illecita nel circuito imprenditoriale.
Demasi, ritenuto affiliato alla ‘ndrangheta dal 1994, ha partecipato alla “società maggiore” con la dote di “padrino”, decidendo ed intervenendo ai riti di affiliazione, ed ha diretto ed organizzato l’articolazione criminale denominata “locale di Rivoli”, impegnata non solo a commettere delitti concernenti le armi, le sostanze stupefacenti, le estorsioni e l’usura, ma anche a gestire illecitamente attività economiche, in particolare nel settore edilizio, acquisendo appalti pubblici e privati, nel movimento terra, nella ristorazione e nelle sale da gioco.
Tra i beni confiscati, tutti di proprietà del boss o a lui riconducibili, figurano il capitale sociale della Demasi Costruzioni Srl, della Mongioia S.S. e di altre società intestate a terze persone, oltre a cinque immobili situati a Rivoli, conti correnti, autovetture, polizze vita e buoni postali.
’Ndrangheta: confiscati beni a boss Demasi
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