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26 marzo 2014
Catanzaro. Cosa Nostra voleva un attentato ai danni del ministro Angelino Alfano, ma il clamore suscitato dalle bombe della 'ndrangheta contro gli edifici giudiziari di Reggio Calabria compromise il progetto. E' quanto emerso oggi nel corso del processo con rito immediato a carico di tre persone imputate per gli attentati di tre anni fa contro i magistrati in servizio nella città dello Stretto, e in particolare contro il procuratore generale Giuseppe Di Landro, e l'ex procuratore Giuseppe Pignatone, ora a capo della Procura di Roma, entrambi destinatari delle intimidazioni. Il dato è fra le dichiarazioni rilasciate in aula dal pentito Luigi Rizza, sentito in particolare a proposito dei suoi rapporti con Luciano Lo Giudice - uno degli imputati - e di quanto emerso al riguardo durante la loro permanenza in carcere. Rizza ha confermato di aver appreso che i Lo Giudice avrebbero ideato e compiuto gli attentati ai danni dei magistrati reggini, suscitando l'ira di più di qualcuno, perchè lo avrebbero fatto decidendo "in autonomia" senza il placet di tutti i "capi famiglia", e soprattutto della mafia siciliana che avrebbe visto compromesso il progetto di compiere l'attentato contro Alfano.

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