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14 giugno 2013
Moventi di omicidi, propositi di vendetta con l'arruolamento di killer ed indicazione degli esecutori materiali di fatti di sangue eclatanti compiuti nel Vibonese. È quanto svelano i nuovi, e sinora inediti, verbali di interrogatorio del collaboratore di giustizia, Giuseppe Giampà, 33 anni, di Lamezia Terme, non più secretati poiché depositati dalla Procura generale di Catanzaro nel processo "Uova del drago" a carico del clan Bonavota di Sant'Onofrio, in provincia di Vibo Valentia.

Dagli stessi, datati 13 gennaio 2013, emerge che il presunto boss di Maierato, nel Vibonese, Raffaele Cracolici, ucciso il 4 maggio del 2004 a Pizzo Calabro, sarebbe stato eliminato per impedire, ad avviso del pentito Giampà, che vendicasse il fratello Alfredo, a sua volta ucciso a Maierato l'8 febbraio 2002. Un figlio di Raffaele Cracolici avrebbe quindi chiesto ai Giampà l'invio di alcuni killer nel Vibonese per vendicare il padre. I Giampà, però, in contatto con i Cristello ed i Vallelunga, non avrebbero inviato alcun sicario per "non mettersi contro i Bonavota ed Andrea Mantella", ritenuti da Giuseppe Giampà i mandanti dell'omicidio di Raffaele Cracolici.

AGI

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