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toga-tribunale-web26 novembre 2012
Torino. Il giudice Paola Trovati, che presiede il processo Minotauro sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel torinese, ha chiesto di acquisire i sei-sette quadernoni scritti da Rocco Varacalli quando ha deciso di collaborare con la giustizia "li scrivevo di notte e dormivo di giorno" ha spiegato il pentito che nei quaderni ha messo nero su bianco quello che ricordava di rapporti e struttura dell'organizzazione criminale.

Dopo le sette ore di interrogatorio di venerdi' Varacalli questa mattina e' tornato nell'aula bunker del carcere delle Vallette a Torino per il contro esame delle difese dei 75 imputati nel processo Minotauro. I legali che si sono susseguiti hanno chiesto precisazioni sulle dichiarazioni fatte da Varacalli durante la scorsa udienza o in passati interrogatori, contestando alcuni dei riconoscimenti fotografici fatti dal pentito e alcune circostanze.

E in aula gli avvocati sono tornati a chiedere dei rapporti della 'ndrangheta con la massoneria, evocati dal pentito durante la scorsa udienza "I miei parenti e conoscenti mi dicevano che a livello della santa si ha a che fare con la massoneria. Non so altro, e' gia' tanto che me l'hanno detto, hanno violato la regola" ha detto Varacalli spiegando che "la dote di santa e' stata voluta non solo per essere riconosciuta dalla 'ndrangheta ma anche dalla massoneria: chi ha la santa - ha ribadito - puo' avere rapporti con giudici, preti, professionisti, sindaci, e cosi' via, che fanno parte della massoneria".

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'Ndrangheta: Varacalli a processo Minotauro, c'e' in lavori edilizia anche a Olimpiadi

26 novembre 2012
Torino. E' tornato a parlare delle presunte infiltrazioni della 'ndrangheta nei lavori per le Olimpiadi di Torino 2006 e nei cantieri in generale, Rocco Varacalli, il pentito testimone chiave nel processo Minotauro, sulla presenza della malavita nel torinese. Rispondendo al presidente del collegio Paola Trovati nell'aula bunker del carcere delle Vallette di Torino, Varacalli ha spiegato che ''so che c'era la 'ndrangheta che lavorava nei cantieri. In particolare c'era Ilario D'Agostino, contabile di Antonio Spagnolo'' ma il pentito non ha saputo riferite se vi siano stati degli ''illeciti'' negli affidamenti degli appalti. Varacalli ha poi raccontato che molti 'ndranghetisti lavorano nell'edilizia ''per ripulire i soldi" ma non ha saputo dare indicazioni precise: "Io parlo per me - ha detto Varacalli ricordando di aver avuto un'impresa con 30 dipendenti - con i soldi della droga pagavo gli operai mentre gli assegni che mi arrivavano li versavo in banca ed erano soldi puliti''.

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