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10 maggio 2012
Catanzaro. L'ex vicesindaco di Soverato, Teodoro Sinopoli, è indagato in stato di libertà per concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Catanzaro che stamani ha portato a 12 arresti e a tre obblighi di dimora nei confronti di presunti affiliati alla cosca Sia-Procopio-Tripodi. La Dda aveva anche chiesto l'arresto di Sinopoli ma il gip l'ha rigettato. L'ex vicesindaco è accusato di avere affidato ad una ditta riconducibile, secondo gli inquirenti, ad uno dei boss del soveratese lavori per opere pubbliche e fornitura di materiale edile. Il gip ha invece disposto la custodia cautelare in carcere per il brigadiere dei carabinieri Vincenzo Alcaro, in servizio al reparto operativo del Comando provinciale di Catanzaro. I pm gli hanno contestato il concorso esterno, ma il gip ha emesso l'ordinanza nei suoi confronti per associazione mafiosa. In particolare il sottufficiale avrebbe fornito ai componenti dell'associazione mafiosa informazioni sulle operazioni di servizio che venivano svolte dai suoi colleghi nei confronti della stessa cosca. L'inchiesta condotta dai carabinieri del Comando provinciale e della Compagnia di Soverato e a cui ha collaborato anche il Ros ha ricostruito i contrasti interni sorti tra gli schieramenti una volta uniti dei Sia e dei Todaro, sostenuti rispettivamente dalla cosche Vallelunga e Novella da un lato e Gallace dall'altro. Divisione che ha portato a una vera e propria guerra di mafia con decine di omicidi commessi tra il 2009 e il 2011. L'inchiesta ha anche fatto luce sull'omicidio di Giuseppe Todaro vittima di un caso di «lupara bianca». I particolari dell'operazione sono stati illustrati dal procuratore della Repubblica Vincenzo Antonio Lombardo, dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, dal comandante provinciale dei carabinieri Salvatore Sgroj, dal comandante del Reparto operativo Giorgio Naselli e dal comandante della Compagnia di Soverato Emanuele Leuzzi.

ANSA

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