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soldi-500-webdi Anna Foti - 4 maggio 2012
Presentato il XIII° rapporto di SOS Impresa. In Calabria ancora poche le denunce
Racket e usura minacciano l’economia italiana. 200 mila imprese alla gogna con un giro di affari che si aggira sui 20 miliardi di euro ed un fatturato delle mafie che arriva ai 150 miliardi di euro.

La mafie si confermano un imponente gruppo finanziario capace di infiltrasi con la tradizionale richiesta di pizzo, particolarmente al Sud, utile per il controllo del territorio per l’instaurazione di un clima di sudditanza ma che invece cede il posto a meccanismi di prestanome e di pronta liquidità a tassi usurai per quanto riguarda l’affermazione del dominio sull’economia oltre che sul territorio. Queste le modalità di inserimento nell'economia legale anche con attività di contrabbando, traffici illeciti, contraffazione, gioco clandestino e scommesse. Altro dato che connota il fenomeno attiene alla provenienza dalla provincia di Reggio Calabria del 58% degli imprenditori colpiti (complessivamente 4500) su scala nazionale.  

Ecco la fotografia scattata dal XIII rapporto, le mani della Criminalità sulle Imprese, presentato oggi a palazzo San Giorgio dal presidente nazionale di SOS Impresa, Lino Busà, nell’ambito del consueto appuntamento promosso proprio da SOS Impresa, presieduta a Reggio Calabria da Rocco Raso, imprenditore di Cittanova che con altri undici imprenditori cittanovese fondò negli anni Novanta, Acipac, una delle prime associazioni antiracket d’Italia, la prima in provincia di Reggio con sede e anima proprio a Cittanova. L’incontro odierno ha focalizzato, ovviamente l’attenzione sul caso Calabria in cui su 200 mila imprese (61 mila nel reggino), ovviamente si tratta di darti fluttuanti tra l’attivo e l’inattivo, tra il regolare ed il sommerso,15 mila sarebbero, secondo SOS Impresa, vessate dal racket e dall’usura. Gli imprenditori in difficoltà arrivano a pagare fino al 150% annuo di interessi sui prestiti, contro il 120% degli anni passati. Dunque cresce il tasso di interessi che strozzano l’economia, impedendone lo sviluppo sano, ma non aumenta il numero delle denuncie. "Non possiamo delegare alla sola magistratura ed alle forze dell’Ordine, il compito di scardinare questo circuito vizioso, ha sottolineato il sindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena che unitamente al prefetto di Reggio, Vittorio Piscitelli, al procuratore Aggiunto della DDA reggina, Michele Prestipino, al presidente della Camera di Commercio Lucio Dattola ed al vice presidente della Giunta Provinciale di Reggio, Giovanni Verduci, ha contribuito all’incontro moderato da Antonino Marcianò, presidente di Confersercenti Calabria. 
 
Letto il telegramma dell’onorevole Luigi De Sena, vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia impossibilitato a partecipare, la presentazione si è aperta con la proiezione di un video "La mano sulla spalla" finanziato dalla Regione Lazio e realizzato da Danila Bellino ed incentrata sulla storia dell’imprenditore calabrese oggi residente a Roma, Antonio Anile. Atteso anche il presidente della Commissione consiliare contro il fenomeno della ndrangheta della Regione Calabria, Salvatore Magarò.
 
* www.reggiotv.it

Tratto da: liberainformazione.org