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14 novembre 2011
Palermo. Anche la mafia calabrese ora ha la sua Cupola. «Stiamo assistendo ad una ristrutturazione della 'ndrangheta che, pur mantenendo l'articolazione familiare, ha al vertice un organismo, definito Crimine o Provincia che impartisce le direttive strategiche ed è in grado di farle rispettare», spiega Giuseppe Pignatone, procuratore capo di Reggio Calabria in un'intervista ad ASud'Europa, settimanale del Centro Pio La Torre, illustrando la mutazione delle dinamiche di potere all'interno della mafia calabrese. «Oggi - continua Pignatone - ci troviamo di fronte ad un'organizzazione totalmente diversa, capace di ristrutturarsi al crescere degli interessi economici e dell'espansione in Italia e nel mondo pur mantenendo come centro operativo la provincia di Reggio Calabria». A fornire il quadro della nuova struttura «una serie di operazioni realizzate nel 2010 ('Realè, 'Metà 'All Insidè) e soprattutto quella condotta in collegamento con la Dda di Milano ('Il Criminè) che hanno dipinto il quadro della situazione attuale della 'ndrangheta, completamente diversa dalla ricostruzione effettuata dalle sentenze di 10-15 anni fa, che descrivevano una 'ndrangheta tradizionale, formata da famiglie sostanzialmente non collegate tra loro se non occasionalmente». Quello che non muta è lo storico interesse della 'ndrangheta per l'infiltrazione nei settori economici della società al sud così come al Nord Italia. «Le enormi liquidità di cui le cosche hanno disponibilità - spiega Pignatone - possono essere lo strumento per entrare, in qualunque settore economico, dal movimento terra all'esecuzione delle grandi opere, dalla distribuzione commerciale, al mondo della sanità».

ANSA