di AMDuemila
I funerali pubblici, in chiesa e in corteo, a Cattolica Eraclea per Domenico Terrasi, boss del paese, morto sabato a 77 anni dopo una lunga malattia, sono stati bloccati dalla questura di Agrigento. La celebrazione si sarebbe dovuta svolgere ieri alle ore 15 presso la Chiesa del Rosario. La diocesi ha annullato le esequie in forza di un decreto del questore di Agrigento che vieta funerali pubblici e cortei in casi del genere. Terrasi era tornato libero nel febbraio del 2018 dopo avere scontato la seconda condanna per associazione mafiosa, a 12 anni e 8 mesi di reclusione, rimediata nell'ambito dell'operazione "Minoa". L'operazione, eseguita dalla Direzione Investigativa Antimafia, era scattata il 26 novembre del 2009 e portò in carcere i componenti della famiglia mafiosa di Cattolica Eraclea di cui sarebbe stato, secondo quanto accertato dal processo, l'esponente di riferimento. Nell'ambito dell'inchiesta fu arrestato anche il figlio Giuseppe, condannato a 7 anni di reclusione in primo grado, e poi assolto dopo tre anni di carcere. Terrasi aveva già scontato 5 anni e 4 mesi di reclusione, sempre per associazione mafiosa, dopo la sentenza definitiva del maxi processo "Akragas", la principale operazione contro le cosche della provincia di Agrigento. Per effetto del divieto di esequie pubbliche, c’è stata la sola benedizione della salma che, poco dopo, è stata trasportata al cimitero del paese. Davanti alla chiesa, lungo il tragitto e al cimitero alcune auto dei carabinieri hanno controllato che tutto procedesse secondo le prescrizioni imposte.
Vietati i funerali pubblici per boss agrigentino Terrasi: salma 'scortata' dai carabinieri
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