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Roma. "Nelle risposte taglienti emerse dagli audio resi disponibili dalla commissione Antimafia c'è tutto il Paolo Borsellino che conosco. La rabbia di chi era consapevole di cosa servisse per combattere efficacemente la mafia, e già nel 1984 pretendeva dallo Stato totale dedizione e collaborazione; la lucidità di analisi, che lo rese insieme a Falcone il punto di riferimento di tutti noi magistrati e fiero nemico di Cosa nostra; l'ironia palermitana, quella capacità unica di strappare un sorriso, troppo spesso amaro, davanti a difficoltà grandissime". Pietro Grasso, su Facebook, spiega così che "Paolo ha affrontato tutte quelle difficoltà con la consapevolezza di fare 'solo' il proprio dovere, con l'affabilità nei modi dei grandi uomini, con la fermezza del cittadino modello, devoto alla Costituzione e alla toga che aveva scelto di indossare". "Sentire di nuovo la sua voce - prosegue l'ex presidente del Senato - mi ha ancora una volta commosso. Ha riacceso ricordi lontani nel tempo che pure è impossibile dimenticare. E' incredibile pensare che siano passati 27 anni dalla strage via D'Amelio, anni in cui lo Stato ha inflitto colpi durissimi alla mafia, ma ancora non definitivi. E soprattutto, anni in cui non si è arrivati, nonostante gli sforzi, a svelare alcuni aspetti fondamentali e oscuri della strage che ha portato alla morte di Paolo, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Nel loro nome non dobbiamo smettere di combattere e di cercare la verità".

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