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di Antonio Mazzeo
Imprenditori che non perdono occasione per fare le scarpe ai propri soci stringendo alleanze più o meno indigeste con le nuove leve della criminalità mafiosa. Famiglie della buona borghesia locale che transitano da affare in affare e fallimento in fallimento senza però perdere il sostegno delle holding bancarie. Spericolate e spregiudicate operazioni finanziarie per realizzare centri commerciali e complessi immobiliari dal devastante impatto socio-ambientale. Ambigue figure di commercialisti e avvocati che pianificano tortuose triangolazioni di denaro per occultare il marcio di una Messina tutta da bere e da dimenticare. All’ultima udienza del processo Beta sull’infiltrazione della “famiglia” Romeo-Santapaola nell’economia legale e illegale peloritana (12 marzo 2019), il costruttore Biagio Grasso, neocollaboratore di giustizia, è tornato a parlare di alcune delle trame criminali che lo hanno visto attore e pure vittima. Tema chiave del lungo esame del teste, il ruolo del professionista Ivan Soraci, uomo di mezzo tra una certa Messina multi-imprenditrice e il clan guidato dal boss Vincenzo “Enzo” Romeo, già condannato in primo grado con rito abbreviato a 15 anni e 2 mesi di reclusione e da qualche giorno ristretto al 41bis. Ivan Soraci, noto nell’ambiente Grasso-Romeo come Signor I “per il suo tono nobiliare” è stato incriminato nella seconda tranche del procedimento Beta di associazione a delinquere di stampo mafioso, reinvestimento di capitali di provenienza illecita ed estorsione.

Da barista e pasticcere a imprenditore-costruttore
Ivan Soraci è stato il mio primo collegamento con Vincenzo Romeo, ha esordito Biagio Grasso. “A Soraci lo conosco dal 2008, 2007 forse pure. Lui era dipendente di un mio ex socio all’interno della società P & F, il dottore Giuseppe Denaro; era nata anche una simpatia al principio e ci frequentavamo. All’epoca Denaro gestiva il bar Irrera a Messina e in questa attività Soraci aveva la funzione di direttore commerciale; successivamente credo che ha rivestito anche ruoli di amministratore di società. Ivan Soraci mi presentò Vincenzo Romeo dicendomi che era il nipote diretto di Nitto Santapaola e che poteva essere interessato a fare delle operazioni immobiliari su Messina o ad altre che stavo trattando in quel momento. Soraci mi presentò contestualmente anche Maurizio Romeo, fratello minore di Vincenzo, come soggetto operativo nel campo immobiliare, in quanto in quel momento era collaboratore di un’agenzia sul territorio messinese, credo nella titolarità dell’imprenditore Mancuso, il brand era Gabetti o un altro marchio nazionale importante. Me lo presenta come persona super corretta, facente parte di una famiglia importante, la famiglia di riferimento dei Santapaola, ragazzi seri con cui si poteva anche fare degli affari insieme”.
Secondo il collaboratore di giustizia, Ivan Soraci e i fratelli Romeo gli chiesero in particolare di agire congiuntamente per acquisire due società, la Se.Gi. S.r.l. e la Edil Raciti S.r.l. che aveva in costruzione dodici appartamenti in località Santa Margherita. “Questo è stato il mio primo approccio con loro e risale agli inizi dell’anno 2010”, ha spiegato Grasso. “In queste prime due operazioni si era raggiunto un accordo che i proventi dovevano essere divisi in quattro quote: il 25% io, il 25% Vincenzo Romeo, il 25% Maurizio Romeo e il 25% Ivan Soraci. La Se.Gi. è stata acquisita attraverso una società di comodo di nome Solea S.r.l. intestata fittiziamente al dottore Fabio Lo Turco presentatomi da Ivan Soraci e dai fratelli Romeo come persona di fiducia che poteva coprire per conto nostro tutto l’assetto societario. Il problema di trovare una terza persona era dovuto al fatto che i Romeo non volevano essere ricondotti in prima persona a questa operazione. La stessa cosa Ivan Soraci perché nelle more era ancora amministratore e credo già di un’altra società sempre facente capo a Giuseppe Denaro. E per quanto riguarda me invece, volevo restare coperto in quanto avevo delle problematiche con le banche con la mia società LG Costruzioni S.p.A.. Quindi sia la Edil Raciti che la Se.Gi S.r.l. furono acquisite attraverso la Solea S.r.l. per questi motivi. I soldi li abbiamo messi io e Vincenzo Romeo coprendo le quote anche di Soraci e Maurizio Romeo”.

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