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Il gup dà il via libera alla costituzione di tutti gli imprenditori e "boccia" la richiesta di alcune associazioni

operazione montagna 3

L’Associazione nazionale testimoni di giustizia, Libero Futuro Agrigento, l'associazione antiracket "Fai" e l’Associazione nazionale per la lotta contro le illegalità e le mafie "Antonino Caponnetto" restano fuori dal processo "Montagna", scaturito dalla maxi inchiesta che ha sgominato, con il blitz del 22 gennaio scorso, le nuove famiglie mafiose della provincia di Agrigento, aprendo anche uno squarcio sui rapporti fra le cosche e la politica.

Il gup di Palermo, Marco Gaeta, dopo la raffica di richieste di costituzione di parte civile, ha fatto ordine emettendo un provvedimento col quale estromette alcuni enti che avevano chiesto di entrare nel processo ritenendoli non legittimati a parteciparvi. Libero Futuro Agrigento, presieduta dall'imprenditore Gerlando Gibilaro, ad esempio, neppure era stata costituita all'epoca dei fatti e "non può aver subito alcun danno - sottolinea il giudice - dalla condotta degli imputati".

Fra le richieste di costituzione c'era quella di Rosalba Di Piazza, candidata a sindaco di San Biagio Platani nel 2014 e sconfitta da Santo Sabella che figura nella lista degli imputati e si trova in carcere da quasi un anno con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Sabella, secondo gli inquirenti, avrebbe stretto accordi politici ed elettorali col boss del paese Giuseppe Nugara che gli avrebbe garantito voti in cambio di posti di lavoro e appalti per persone a lui vicine. Sabella, qualche mese prima dell'arresto, era stato condannato per diffamazione perche' aveva pesantamente offeso definendola "prostituta", pur non nominandola, ma con riferimenti ritenuti inequivocabili, la candidata rivale in un post su Facebook. Di Piazza ha chiesto di costituirsi nei confronti di Sabella e dei presunti associati mafiosi del paese: il gup l'ha ammessa solo con riferimento all'ex sindaco.

Se l'Associazione nazionale testimoni di giustizia è stata esclusa, è stato invece ammesso - come persona fisica - il suo presidente Ignazio Cutrò.

Fra gli enti ammessi come parti civili ci sono Sicilindustria e la Cgil oltre a una quindicina di imprenditori che avrebbero subito il racket da parte di alcuni imputati. Si torna in aula il 10 dicembre, i difensori degli imputati dovranno comunicare la scelta del rito (abbreviato o ordinario, per questi reati non sono ammessi patteggiamenti) e il processo si dividerà in due tronconi.

agrigentonotizie.it

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