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tribunale aula c imagoeconomica 4Sentenza del Tribunale di Catania, assolti presunti prestanome
Catania. Cinque assoluzioni e 96 anni di carcere complessivi per sei imputati. E' la sentenza del processo Ippocampo per associazione mafiosa e traffico di droga emessa dal Tribunale di Catania nei confronti di presunti appartenenti al clan Mazzei. Tra loro il boss Sebastiano, detto Nuccio, che è stato condannato, per entrambi i reati, a 30 anni di reclusione, e solo per associazione mafiosa sua madre Rosa Morace (nove anni di reclusione), suo cognato Gioacchino Massimiliano Intravia (11 anni), e Gaetano Pellegrino (nove anni), fratello di Riccardo, quest'ultimo candidato a sindaco a Catania con una lista civica e indagato dalla Procura di Catania per corruzione elettore alle ultime regionali. Reati di cui si è sempre detto estraneo, continuando la sua campagna elettorale. Condannati anche Gianni Galati Massaro (16 anni) e Prospero Riccombeni (13 anni). Assolto, come aveva chiesto anche la Procura, Santo Mazzei, nipote omonimo del patriarca del clan e figlio di Sebastiano. Il Tribunale ha assolto "perché il fatto non costituisce reato" altri quattro imputati che per la Procura erano dei 'prestanome' della cosca: Silvana Aulino, Mario D'Antoni, Nerina D'Antoni e Pier Giuseppe Pennisi. Il Tribunale ha disposto anche la restituzione dei beni sequestrati.
Al centro dell'inchiesta, coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro, e dai sostituti Iole Boscarino e Tiziana Barbara Laudani, indagini della Direzione investigativa antimafia e dei carabinieri di Catania sulle attività illecite del clan Mazzei nel capoluogo, in provincia e nell'Ennese, e in particolare l'acquisto e la vendita di ingenti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana. "Le sentenze non si commentano - hanno affermato gli avvocati Francesco Antille e Salvo Pace, difensori di Nuccio Mazzei - dopo la lettura delle motivazioni, che saranno depositate entro 90 giorni, prepareremo appello contro la sentenza”.

ANSA

Foto © Imagoeconomica

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