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Vittoria. "Il Tribunale del Riesame ha ritenuto che non ricorrono, nei confronti miei e di mio fratello Fabio, i gravi indizi richiesti dal Codice di procedura penale per l'applicazione di una misura cautelare in ordine all'integrazione dell'articolo 416 ter del Codice penale". Lo dice l'ex sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia, a commento delle motivazioni depositate dal Tribunale del Riesame che ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare a suo carico ed eseguita dalla Guardia di Finanza lo scorso 21 settembre nell'ambito dell'operazione 'Exit poll' coordinata dalla Dda di Catania. "Nonostante il procedimento sia stato condizionato - aggiunge l'ex sindaco di Vittoria finito ai domiciliari insieme al fratello Fabio, consigliere comunale - dalle dichiarazioni calunniose di due collaboranti di giustizia di bassissimo valore e credibilità - che non vedo l'ora di smentire nel dibattimento processuale con il controesame che svelerà le loro menzogne - nonché dalle conversazioni intercettate di terze persone che, tuttalpiù, possono determinare un giudizio di disvalore etico-morale e non un illecito penale, il Tribunale non ha potuto fare a meno di sottolineare come anche tali acquisizioni, "non forniscono, a giudizio del Tribunale, gravi indizi in ordine alla integrazione del delitto di cui all'art.416 ter del codice penale". "Il provvedimento spazza via - conclude Nicosia - l'infame accusa e la conseguente misura cautelare che ingiustamente ci era stata applicata, ma intatta rimane l'amarezza per il modo in cui si sono gettate ombre sulla nostra correttezza e trasparenza, sulla base di volgari calunnie e di equivocate conversazioni, come purtroppo ipotizzano gli stessi magistrati. Resta integro anche il senso dell'offesa subita, non solo per l'ingiusta, anzi illecita, privazione della libertà personale, ma soprattutto per la lesione del decoro e della storia personale, fondata semmai sul contrasto alla criminalità”. 
 
ANSA

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