Il questore di Palermo, l'erede può non essere Messina Denaro
Roma. "Non ci sono dubbi che fino a ieri fosse Riina il capo, nonostante la lunga detenzione. Dunque la sua morte può avere conseguenze a vari livelli, criminale ma anche di ordine pubblico". Per il questore di Palermo Renato Cortese, intervistato dal Messaggero, "oggi i possibili eredi possono essere animati da spinte per riorganizzare i mandamenti". "Quando si parla di Cosa nostra non si parla solo di Palermo e Corleone o includendo Trapani, come qualcuno può pensare. Cosa nostra ha le anime catanesi, nissene, la pancia nell'agrigentino, gli interessi economici della zona orientale. Un capo - sottolinea Cortese - deve essere capace di mettere insieme identità diverse, lontane anche territorialmente". Per questo il trapanese Matteo Messina Denaro non è automaticamente il capo. "Lui ha ha come unica carta il carisma che gli deriva da 25 anni di latitanza. Basta questo per mettere tutti d'accordo, inclusa Palermo? Ad esempio, bisogna vedere - spiega Cortese - se i palermitani sono ancora disposti a lasciare la leadership a forestieri. Dalle evidenze raccolte, la sua nomina non è scontata”.
ANSA
Foto © Emanuele Di Stefano