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Palermo. Dopo il boss di Tommaso Natale Giulio Caporrimo, liberato per espiazione pena, le porte del carcere si aprono per uno dei suoi fedelissimi, Stefano Scalici, che come il padrino ha finito di scontare una condanna a sei anni per associazione mafiosa. Entrambi arrestato nel 2011, furono condannati nel processo denominato Hydra che vedeva alla sbarra capimafia, gregari ed estortori delle cosche palermitane di San Lorenzo, Tommaso Natale, Boccadifalco-Passo di Rigano e Brancaccio. Dall'inchiesta emerse che per parlare di soldi e potere i capimafia avevano scelto un ristorante, Villa Pensabene, allo Zen. Quindici boss - vecchi padrini e capi emergenti - si erano ritrovati seduti insieme attorno a un tavolo. Un summit vero, "spiato" a distanza dalle forze dell'ordine che tenevano d'occhio i vertici dei clan.

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