Il Geom. Nino Lipari - pentito di mafia - non era certo un “fiume in piena”, oggi al processo trattativa Stato-Mafia.
Tirato, stentato, non si ricorda nulla, o poco.
Sa bene e ne parla Nino Lipari del fatto che “cosa nostra” eseguì le stragi del 1993 in sede di trattativa Stato-Mafia.
Infatti lo Stato voleva fermare le stragi dopo la morte di Falcone e Borsellino, si è “fatto sotto” verso la mafia e così “cosa nostra” eseguì le stragi del 1993.
La mafia dopo luglio 1992, secondo Lipari, acquistò certezze, che valeva la pena di alzare la posta anche nella frase del giudice Caponnetto, quando dopo la morte di Falcone e Borsellino esordì: "E’ finita".
La trattativa Stato-Mafia e lo scoramento della magistratura palesato dal Giudice Caponnetto, in quel 1992, sono stati secondo Lipari il Geometra della mafia, le cause della morte dei nostri figli.
Mentre oggi il Geom. Lipari non ricorda chiaramente come ricordava nei verbali redatti nel dicembre del 2002 davanti all’allora Proc. Grasso, gli eventuali riferimenti a partiti politici nascenti.
Ancora una volta siamo costretti a notare che i “pentiti” fiutano l’aria che tira, e si comportano di conseguenza, alla faccia della verità e della giustizia e godenti però di uno status di favore, a volte migliore di quello delle nostre vittime che aspettano sempre quel “domani” che mai arriva, per godere del completamento dei propri diritti.
Giovanna Maggiani Chelli
Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili