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atria rita web0di Marcello Contento
Sono passati ventiquattro anni dalla scomparsa di Rita Atria. Tanti anni ormai, forse troppi, ma la memoria è ancora viva. La “picciridda” non è stata mai dimenticata. Non l’hanno dimenticata i giovani, gli insegnanti, le associazioni e anche quelli che non vogliono ammetterlo pubblicamente.

La “picciridda” ha scalfito le nostre coscienze, ci ha lasciato un segno indelebile e indicato quella strada di corresponsabilità per la quale nessuno può tirarsi indietro: stare dalla parte della giustizia.

Ieri, nel piccolo cimitero di Partanna, a ricordare Rita Atria oltre a Don Pino Biondo, il Sindaco di Partanna, Nicolò Catania, il Prefetto Leopoldo Falco, le forze dell’ordine e altre istituzioni, c’erano anche gli amici di Libera, Libero Futuro, familiari di vittime innocenti delle mafie e tante altre associazioni che hanno messo da parte il proprio “io” per lasciare il posto a quel “noi” tanto acclamato.

A ribadire il concetto del “noi” è stato proprio il Prefetto Falco con le sue parole: lo stato siamo noi. Le istituzioni da sole non ce la possono fare. Non chiediamo ai cittadini di fare gli eroi, ma di fare una scelta di campo. Una scelta netta, quella di stare dalla parte dello Stato. Parole forti, responsabili, quelle del Prefetto, che non sono passate inascoltate.

Dello stesso avviso anche Salvatore Inguì, di Libera, che evidenzia come la memoria si possa completare solamente attraverso quell’impegno quotidiano delle piccole azioni.

Ma anche altri hanno voluto lasciare il proprio contributo durante questa giornata di memoria. Parole piene di commozione, genuine e spontanee. Come quelle di una donna del Vermount (USA) che ha voluto ricordare la piccola Rita o di Tonino di Marsala che, paonazzo dall’emozione, ha voluto lasciare un piccolo saluto e ancora Laura Linares, campionessa sportiva, che ha parlato di amore e cittadinanza come antidoto per sconfiggere le mafie.

E poi, infine, Don Pino che, dinanzi alla lapide di Rita, ha voluto rivolgere una piccola preghiera di riconciliazione per la sua famiglia, quella famiglia che anche dopo la morte non l’ha mai accettata. Rita non c’è più su questa terra, ma la sua memoria resta ed è viva, investendoci tutti di responsabilità e impegno.

Arrivederci “picciridda” e grazie di tutto.

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