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ROMA. "C'è un solo modo per dare ancora oggi un senso alla morte di Giovanni Falcone ed è quello dell'impegno quotidiano in un'antimafia dei fatti, lontana da rituali e passerelle, fuori dalla retorica e dalle commemorazioni fini a se stesse". Così Antonio Ingroia nel 24esimo anniversario della strage di Capaci. "Ogni anno, il 23 maggio, in tanti piangono Falcone ma poi i suoi insegnamenti e i suoi moniti a cercare la verità, a vigilare sulle collusioni tra affari, politica e criminalità organizzata vengono sistematicamente dimenticati. Non basta perciò il dovere della memoria, che pure sicuramente abbiamo, raccogliere l'eredità di Falcone - sottolinea - significa fare in ogni momento il proprio dovere contro le ingiustizie e le varie mafie, esattamente come faceva lui, uomo schivo e poco aduso alle cerimonie. E se i politici avessero fatto e facessero tutti il proprio dovere - conclude Ingroia - Falcone sarebbe vivo e la mafia sconfitta".

ANSA

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