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voci del mattinoPALERMO. "Fare l'attentato a Falcone a Palermo, a mio avviso, è stato un depistaggio". Lo ha detto a Voci del Mattino, Radio1 Rai, Giuseppe Costanza, autista di Giovanni Falcone, miracolosamente scampato alla strage di Capaci perché seduto dietro nella Croma blindata; infatti, fu il magistrato a voler guidare l'auto che poi esplose.
"Se avessero voluto colpire il giudice Falcone lo avrebbero potuto fare facilmente a Roma - ha aggiunto - Là si muoveva liberamente, non aveva nemmeno la scorta. Ma farlo a Palermo ha avuto un altro significato. Si è voluta dare la responsabilità alla mafia. Ma quale mafia? La manovalanza, io direi. I manovali hanno fatto la strage ma l'ordine da dove è partito? Da dove e da chi? Questo ancora non lo sappiamo. Dopo 24 anni ci siamo fermati agli esecutori, i quali, secondo me, non avrebbero avuto la capacità di architettare un piano del genere, giacché è un tipo di attentato che necessita di persone specializzate. Voglio sapere chi, dove, quando, perché. Si parla di vendetta della mafia; ma di quale mafia stiamo parlando? Non certo della manovalanza. Una settimana prima di morire, mentre eravamo in macchina, Falcone mi disse testualmente, e le sue parole ce le ho ancora scolpite nella mente: 'E' fatta, sarò il nuovo procuratore nazionale antimafia'. Mi disse che avrebbe avuto un ufficio a Palermo e che ci saremmo mossi con un piccolo elicottero, chiamato 'Mosquito'. Mi chiese addirittura - ha ricordato Giuseppe Costanza - se me la sentivo di imparare a pilotare quel tipo di velivolo. Di lì a poco avrei dovuto cominciare un corso per acquisire il brevetto. Quindi, qualcosa non torna in questa storia. Sì, conosciamo gli esecutori materiali, la manovalanza, ripeto, ma chi ha ideato questa strage ancora non lo sappiamo e credo proprio che non lo sapremo mai".

ANSA

Ascolta l’audio: radio1.rai.it

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