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sarti giulia camera c imagoeconomica

"Chiedo rispetto"
, parla Giulia Sarti

di Matteo Pucciarelli
Nuove rivelazioni de "Le Iene": l'hacker aveva accesso ai database della Casaleggio associati

Non è tanto e solo un caso di revenge porn, quello di cui è vittima Giulia Sarti. Politicamente parlando la questione sarebbe un'altra: chi aveva accesso ai database del sistema operativo della Casaleggio associati rubò le password degli iscritti e le utilizzò per provare ad entrare nelle mail dei deputati, riuscendoci con quelli che utilizzavano la stessa chiave di accesso. E non solo, i tentativi avvennero da un pc in dotazione alla Camera dei deputati. Ipotesi e rivelazioni delle Iene, che con un servizio di Filippo Roma sono tornati sulla questione risalente al 2013. Ma che pone nuovi e pesanti dubbi sulla gestione interna al primo partito politico italiano.

Un ex deputato la cui identità è anonima ha raccontato che allora "ci si accorse che poteva essere una cosa interna, per questo nessuno disse niente e rimase tutto così, in un limbo. Nessuno volle andare avanti a denunciare perché si pensò che poteva essere un danno d'immagine per tutto il Movimento". Continua la fonte: "Loro - gli hacker - hanno verificato su varie caselle se la password che era inserita nell'archivio della Casaleggio era uguale a quella che era messa sulle caselle di posta elettronica. Dove l'hanno trovata funzionante sono entrati direttamente nelle caselle e da lì hanno recuperato tutte le informazioni, e stanno ancora girando mail, messaggi, cazzate eccetera". Si fanno anche i nomi di possibili detentori delle chiavi di accesso: l'attuale sottosegretario Vito Crimi, o l'ex deputato dei 5 Stelle Riccardo Nuti. Nel servizio delle Iene parla Alessandro Di Battista - pure lui vittima del furto - che ricorda poco ma ammette la possibilità di aver avuto la stessa password di accesso per la posta elettronica e il vecchio sistema della Casaleggio; mentre Rocco Casalino appare in forte imbarazzo. Ma è il deputato Stefano Vignaroli a confermare la scoperta fatta sei anni prima di un Ip (l'etichetta che identifica un pc connesso al web) riconducibile alla Camera come autore dell'hackeraggio.

"Ricordo bene che allora si disse che ad aver trafugato le mail potesse essere stato un interno - dice Lorenzo Battista, ex del M5S e tra quelli che fecero scoppiare il caso Rimborsopoli raccontando la storia dei bonifici annullati - ma poi risalire a quale computer e utilizzato da chi era praticamente impossibile. Voglio dire, parliamo del Parlamento, mica di un luogo qualsiasi...". Di certo, aggiunge Battista, "il clima di controllo su noi eletti era fortissimo, con Casalino e Claudio Messora (quest'ultimo già nello staff comunicazione, ndr) che partecipavano a riunioni dove di solito i comunicatori non possono accedere".

Lorenzo Andraghetti è stato tra i fondatori del meetup bolognese, prima candidato e dopo entrato nello staff di Giulia Sarti; poi lei lo cacciò per far posto a Bogdan Tibusche, il quale diventò il fidanzato della deputata. Parla di quello che fu un vero e proprio "Watergate", a cui un altro ex portavoce dei 5S, Massimo Artini, professione informatico, provò a metterci una pezza. "Disse: "Creiamo un sistema di mail interno, di cui possiamo fidarci". Cercò di far nascere parlamentari5stelle.it, Casaleggio lo affossò. Non voleva che un portale di democrazia diretta, sganciato dal loro controllo".

repubblica.it

Foto © Imagoeconomica

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