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renzi matteo c imagoeconomicaInchiesta a Firenze, si indaga su 6,6 milioni di dollari
di AMDuemila
Circa 6,6 milioni di 10 milioni di dollari con cui Unicef, Fondazione Pulitzer e, con cifre minori, onlus americane ed australiane, credevano di finanziare attività benefiche di Play Therapy Africa, sarebbero finiti in conti bancari personali riconducibili, a vario titolo, ai fratelli Alessandro, Luca e Andrea Conticini di Castenaso (Bologna). E'quanto risulta dagli sviluppi di un'inchiesta della procura di Firenze che ha indagato tutti e tre i fratelli per riciclaggio, e Alessandro e Luca per appropriazione indebita. Play Therapy Africa è un ente che fa assistenza ai bambini.
Un'inchiesta che ha suscitato l'interesse di alcuni quotidiani anche perché Andrea Conticini è il cognato dell'ex premier Matteo Renzi (è sposato con sua sorella Matilde, ndr).
In base a rogatorie internazionali i pm Luca Turco e Giuseppina Mione hanno ricostruito l'entità delle somme che sarebbero state dirottate sui conti e da qui, in buona parte, ad investimenti immobiliari all'estero, come in Portogallo. L'inchiesta è nata da segnalazioni per movimenti bancari anomali in Emilia e dai dubbi di Monika Jephcott quando era direttrice di Play Therapy ltd Londra, la casa madre. La direttrice Jephcott manifestò ai pm dubbi su come impiegasse i soldi Play Therapy Africa, consociata fondata da Alessandro Conticini che aveva ottenuto il permesso di usare lo stesso nome e a cui successivamente, però, la direttrice revocò l'autorizzazione. La società di Conticini aveva intanto ricevuto cospicue donazioni dagli Usa, in particolare da Unicef (3,8 mln dollari tra 2008 e 2013) e Fondazione Pulitzer (5,5 mln dollari tra 2009 e 2016 transitati dalla onlus Operations Usa). Altri 900.000 dollari complessivi sarebbero arrivati dalle ong Australian High Commission, Avsi, Fxb, Mobility without barriers foundation, Oak, Undp, France Volontaires.
I pm ritengono che i 6,6 mln di dollari finiti nei conti dell'agenzia della Cassa di Risparmio di Rimini a Castenaso sia una somma sproporzionata - anche rispetto a eventuali compensi e spese sostenuti da Alessandro Conticini per i suoi impegni con la Play Therapy Africa-, sul totale dei 10 mln donati. E le rogatorie e altri accertamenti avrebbero ricostruito che parte dei soldi avrebbe preso vie diverse dall'Africa.
Così, Andrea Conticini è indagato per aver prelevato soldi dai conti e averli destinati a tre società: la Eventi6 di Rignano (133.900 euro) riferibile ai familiari di Matteo Renzi; la Quality Press Italia (129.900 euro); la Dot Media di Firenze (4.000 euro). I parenti di Renzi risultano comunque del tutto estranei all'inchiesta.
Inoltre, Luca Conticini e Alessandro Conticini sono indagati perché avrebbero usato parte del denaro per un investimento immobiliare in Portogallo da 1,9 mln di euro, e per un prestito obbligazionario da 798.000 euro emesso dalla società estera Red Friar Private Equity Limited Guernsey. Ai Conticini la procura ha notificato un invito a comparire per il 14 giugno scorso: nessuno di loro si è presentato. La procura ha poi dovuto fare una rogatoria verso Unicef, Fondazione Pulitzer e le altre parti offese perché, con la riforma Orlando relativa al reato di appropriazione indebita, questi enti devono presentare querela affinché il procedimento possa andare avanti.

Renzi minaccia querele
Dopo le notizie di stampa il senatore Matteo Renzi ha subito inviato una nota avvisando di aver dato mandato ai propri legali "di procedere in sede civile e penale contro chiunque accosti il suo nome all'inchiesta". A suo dire si tratta di "una vicenda giudiziaria che da due anni ciclicamente viene rilanciata sulla stampa e che riguarderebbe un fratello del marito di una sorella di Renzi. I processi si fanno in aula, non sui media. Al termine del processo si fanno le sentenze. E le sentenze si rispettano. Anche quelle sui risarcimenti".
Ma sulla minaccia di querele è intervenuta anche la presidente della Commissione giustizia della Camera, Giulia Sarti (Movimento Cinque Stelle) che ha detto: "Invece di minacciare querele per chi accosta il suo nome all'inchiesta che riguarda il marito di sua sorella, Renzi dovrebbe sforzarsi di accettare il fatto che non è possibile imporre il bavaglio all'informazione. Non è colpa dei giornalisti se suo cognato è coinvolto in una indagine della procura di Firenze, o se ha il papà e la mamma indagati". E poi ancora: "La vicenda descritta dai quotidiani non è affatto trascurabile, con accuse che, a vario titolo, vanno dal riciclaggio all'autoriciclaggio fino all'appropriazione indebita aggravata. Si tratterebbe di milioni di euro destinati da alcune associazioni ai bambini africani e confluiti, almeno in parte, su conti riconducibili agli indagati. Ovviamente, le eventuali responsabilità dei protagonisti di questa storia, saranno valutate dai magistrati, ma i fatti raccontati dalla stampa sono quantomeno allarmanti". "Come se non bastasse - ha concluso la Sarti - uno dei reati che sarebbero stati contestati, l'appropriazione indebita aggravata, non è più procedibile a d'ufficio dagli inquirenti, ma serve una denuncia da parte di chi subisce il torto. Questo perché appena qualche mese fa, a fine legislatura, il vecchio governo, con un decreto legislativo, ha modificato un articolo del codice penale. Il nostro impegno, in Commissione, sarà anche quello di riparare ai problemi creati dalla riforma Orlando, così come abbiamo già cominciato a fare, a partire dal nostro parere sull'ordinamento penitenziario, e come ha fatto il ministro Bonafede con lo stop alla riforma delle intercettazioni".

Fonte ANSA

Foto © Imagoeconomica

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