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giarrusso libro barcellonapgdi Cristina Saja
Presso la Libreria Gutenberg di Barcellona Pozzo di Gotto, ha avuto luogo ieri la presentazione del libro dal titolo “Il voto di scambio politico-mafioso” di Mario Michele Giarrusso e Andrea Leccese, edito Armando Editore.

L’incontro, organizzato dal Meetup barcellonese Grilli del Golfo, ha visto la partecipazione di uno degli autori, il Senatore Mario Michele Giarrusso, avvocato e componente della Commissione Parlamentare Antimafia, che ha saputo regalare ai presenti anni ed anni di storia del nostro Paese, con l’intento di donare nuovamente qualità alla democrazia perduta alla quale il popolo sovrano non crede più.

Una ironica, certosina e puntuale digressione storica della vicenda riguardante l’introduzione e le riforme dell’art. 416-ter del nostro codice penale, introdotto dal D.L. 8 giugno 1992 n. 306 – convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 1992, n. 356, al fine di contrastare i legami politico-mafiosi e strettamente connesso con la fattispecie prevista dall’art. 416 bis: infatti ha previsto la pena per chi ottiene la promessa dei voti dalla criminalità in cambio della erogazione di denaro. “Il peggiore dei reati – lo ha apostrofato Giarrusso – dopo la strage e l’omicidio.”

Tale prima impostazione normativa è stata a lungo oggetto di sollecitazioni propositive da parte delle associazioni impegnate nella lotta contro la criminalità organizzata ed ogni tipo di mafia, capofila tra tutte Libera fondata da Don Luigi Ciotti. L’impegno di tali associazioni, come di altre associazioni di giuristi e del mondo della politica democratica, ha portato alla stesura di un nuovo testo normativo che andasse a recepire le indicazioni e le istanze negli anni avanzate ed anche illustrate dalle sentenze della Suprema Corte di Cassazione. Il dibattito legislativo ha visto, nel corso del tempo, la proposizione di più bozze di modifica all’articolo 416 ter, di fatto poi sintetizzate all’interno del testo approvato in sede parlamentare, nonostante ostruzionismi e vane proteste avanzate in sede di approvazione della stessa legge in parlamento. Il 28 gennaio 2014 il Senato della Repubblica Italiana approvò una modifica alla legge,votato positivamente da Pd, Sc, Popolari per l’Italia, M5S e Lega Nord. Si erano astenuti Fi e Ncd. La legge 17 aprile 2014 n. 62 ha così novellato l’articolo 416 ter, andando a tipizzare la condotta consistente nell’accettazione della promessa di procurare voti con le modalità mafiose, o nella azione del promettere voti attraverso tali modalità, individuando quale oggetto dello scambio l’erogazione o la promessa di erogazione di denaro o di altra utilità. La pena prevista per tale reato venne fissata reclusione 4 a 10 anni. Il parlamento italiano nel 16 aprile 2014 ha approvato un disegno di legge di riforma all’art. 416 ter, sancendo anche la punibilità della dazione di altra utilità, anche se va ricordato che a tale modifica si è accompagnata una riduzione delle pene previste per il reato, infatti dai 7-12 anni di reclusione precedenti si passa a 4-10 anni. Con 191 voti favorevoli, 32 contrari e 18 astenuti l’assemblea del Senato ha approvato quindi in via definitiva il ddl di riforma dell’articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico-mafioso, approvato in quarta lettura. Hanno votato a favore della riforma, sia pure con toni e considerazioni diverse Sel, Scelta civica, PI, Autonomie, Gal, Ncd, Fi, e Pd, mentre la Lega Nord si astenne, mentre votarono conto i senatori M5S. A queste due prime “norme zoppe”, corrispose un’ultima riforma dello scorso 22 dicembre, sulla quale si è soffermato, in maniera lucida e chiara, il Senatore Giarrusso.

Di questo, della storia della democrazia, della nostra Costituzione, dell’art. 4-bis dell’ordinamento penitenziario e della trappola del doppio binario che rappresenta “il lucchetto alle gabbie delle belve (i mafiosi)”, a dire dello stesso Senatore, sono stati svariati gli argomenti che ha approfondito Giarrusso per presentare la sua ultima fatica letteraria.

“Il voto di scambio politico – mafioso”, edito Armando Editore e disponibile su prenotazione presso la Libreria Gutenberg, rappresenta la rilettura sapiente ed attenta dell’art. 416 – ter, attuata dai due autori che fanno rivivere al lettore tutta la vicenda relativa al 416-ter . Il breve saggio, di circa 70 pagine, è suddiviso in cinque capitoli che prendono il via dopo una breve introduzione in cui si predispone il lettore ad affiancarsi a questo componimento per dovere civico, curiosità, per saperne di più sul proprio Paese, per iniziare ad avere delle opinioni riguardo all’argomento, per insinuare in lui una riflessione concordante o discordante che sia con gli autori, ma soprattutto, per fare in modo di cambiare mentalità politica, insistendo sul fatto che a fare la politica è prima di tutto il cittadino attento e consapevole, ma soprattutto “sovrano”.

“Ognuno di noi è un re ed i quanto tale ha il potere di esercitare la sovranità. Questo non dobbiamo mai dimenticarlo”- ha dichiarato Giarrusso durante l’incontro di ieri pomeriggio.

Attraverso i loro occhi, la loro esperienza, la loro cultura, gli autori ci spingono a riflettere su due aspetti protagonisti della nostra Italia ed anche antagonisti del nostro bel Paese: la politica e la mafia, ma vanno anche oltre. Rappresentando particolari e anni di storia, gli autori danno al lettore la prospettiva reale di poter veramente cambiare le cose, agendo, andando a votare.

Un messaggio di speranza per l’Italia e per i suoi cittadini sovrani è stata lanciata ieri da una personalità importante come Giarrusso che, da soggetto “pericoloso” qual è, ha saputo offrire all’Italia un’alternativa, rendendo edotti, insieme al coautore Leccese, tutti quei cittadini che della mafia e della politica terribile degli ultimi anni non ne possono più.

All’interno del libro, moltissimi sono gli spunti interessanti, uno tra tutti l’intervista al Magistrato Agostino Cordova.

All’incontro di ieri hanno partecipato moltissimi attivisti, tra i quali l’avv. Lorella Mazzeo e Igor La Spada, e tanti cittadini come il sig. Manca, padre di Attilio e il Presidente di Fonte di Libertà Benedetto Gianlombardo.

ANDREA LECCESE (San Severo, 1976), saggista, esperto di mafie. Da sempre studia e pubblica scritti riguardanti scottanti argomenti di mafia, per i quali nel 2009 è stato tra i vincitori del Premio nazionale Paolo Borsellino.

MARIO MICHELE GIARRUSSO (Catania, 1965), avvocato, ha militato sin dai tempi del liceo nel movimento antimafia. Nel maggio 2013 è stato eletto senatore della XVII legislatura della Repubblica Italiana nella circoscrizione Sicilia per il Movimento 5 Stelle. Membro della Commissione parlamentare antimafia, è autore di diversi emendamenti volti a modificare il reato di scambio elettorale politico-mafioso. In una conversazione intercettata in carcere, il boss Giuseppe Graviano, condannato per le stragi del ’92/’93 e per l’omicidio di Don Pino Puglisi, lo definisce “pericoloso”, per Cosa Nostra ovviamente.

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