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Alcune fonti anonime del Monastero Mater Ecclesiae, la residenza del Papa emerito in Vaticano, hanno fatto filtrare la totale estraneità di Benedetto XVI all’operazione editoriale. Il porporato africano, però, ha reso note tre lettere in cui il pontefice tedesco dà il suo assenso alla pubblicazione. Monsignor Gänswein, prefetto della Casa Pontificia e segretario particolare del Papa emerito, definisce il volume a quattro mani "un malinteso" e chiede il ritiro della firma

“Posso confermare che questa mattina su indicazione del Papa emerito ho chiesto al cardinale Robert Sarah di contattare gli editori del libro pregandoli di togliere il nome di Benedetto XVI come coautore del libro stesso e di togliere anche la sua firma dall’introduzione e dalle conclusioni”. Ad affermarlo è monsignor Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia e segretario particolare del Papa emerito, che definisce il volume a quattro mani con il porporato africano “un malinteso”. Nel testo Ratzinger e Sarah, in modo abbastanza deciso, si esprimono a favore del celibato sacerdotale. Alcune fonti anonime del Monastero Mater Ecclesiae, la residenza del Papa emerito in Vaticano, avevano subito fatto filtrare la totale estraneità di Benedetto XVI all’operazione editoriale. Una pubblicazione tesa a fare pressioni su Papa Francesco che a breve dovrà pubblicare la sua esortazione apostolica sul recente Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia nella quale dovrà anche esprimersi sull’apertura ai preti sposati.

“Benedetto XVI – affermano dal Mater Ecclesiae – non ha scritto un libro a quattro mani con Sarah, tanto che non ha visto né approvato la copertina e il fatto di far uscire un volume a quattro mani. Ratzinger stava scrivendo diversi mesi fa un suo appunto sul sacerdozio quando il cardinale africano gli ha chiesto di vederlo. Il Papa emerito lo ha messo a sua disposizione sapendo che lui stava scrivendo un libro sul sacerdozio. È dunque evidente che c’è un’operazione editoriale e mediatica dalla quale Benedetto si chiama fuori ed è totalmente estraneo”. Immediata e ferma la replica del cardinale Sarah: “Dichiaro solennemente che Benedetto XVI sapeva che il nostro progetto avrebbe preso la forma di un libro. Posso dire che abbiamo scambiato diversi testi per stabilire le correzioni”. E ancora: “Gli attacchi sembrano implicare una bugia da parte mia. Queste diffamazioni sono di gravità eccezionale”.

Come prova della “stretta collaborazione con Benedetto XVI per scrivere questo testo a favore del celibato”, il porporato ha pubblicato tre lettere ricevute dal Papa emerito. La prima è datata 20 settembre 2019, quando il Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia non era ancora iniziato. In essa, riscontrando una missiva del cardinale Sarah, Ratzinger annota: “Avevo già prima della sua lettera cominciato a scrivere qualche riflessione sul sacerdozio. Ma scrivendo ho sentito sempre più che le mie forze non mi permettono più la redazione di un testo teologico. Poi è venuta la sua lettera con la domanda inaspettata di un testo proprio sul sacerdozio con particolare attenzione al celibato. Così ho ripreso il mio lavoro e trasmetterò a lei il testo, quando sarà tradotto dal tedesco in italiano. Lascio a lei se queste note, la cui insufficienza sento fortemente, possono avere qualche utilità”.

Il 12 ottobre 2019, mente in Vaticano è in corso il Sinodo sull’Amazzonia, Benedetto XVI scrive: “Finalmente posso trasmettere i miei pensieri sul sacerdozio. Lascio a lei se trova qualche utilità nei miei poveri pensieri”. E il 25 novembre 2019 il Papa emerito annota: “Di tutto il cuore vorrei dire grazie per il testo aggiunto al mio contributo e per tutta l’elaborazione che lei ha fatto. Mi ha toccato profondamente come lei ha capito le mie ultime intenzioni: avevo scritto in realtà 7 pagine di chiarimento metodologico del mio testo e sono realmente felice per dirle che lei ha saputo dire l’essenziale in una mezza pagina. Non vedo quindi la necessità di trasmetterle le 7 pagine, dato che lei ha espresso in una mezza pagina l’essenziale. Da parte mia il testo può essere pubblicato nella forma da lei prevista”.

In un lungo comunicato, il porporato scrive: “Il 3 dicembre sono andato al monastero Mater Ecclesiae per ringraziare ancora una volta il Papa emerito per avermi dato tanta fiducia. Gli ho spiegato che il nostro libro sarebbe stato stampato durante le vacanze di Natale, che sarebbe apparso mercoledì 15 gennaio e che, quindi, sarei venuto a portargli il libro all’inizio di gennaio al ritorno da un viaggio nel mio paese natale. La controversia che è stata mirata per diverse ore a sporcarmi insinuando che Benedetto XVI non è stato informato della pubblicazione del libro Dal profondo dei nostri cuori, è profondamente abietta. Perdono sinceramente tutti coloro che mi calunniano o che mi vogliono opporre a Papa Francesco. Il mio attaccamento a Benedetto XVI rimane intatto e la mia obbedienza filiale a Papa Francesco assoluta”.

Un giallo che per certi aspetti richiama una fake news di cui fu oggetto proprio il Papa emerito e che portò alle dimissioni dell’allora prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede, monsignor Dario Edoardo Viganò. Si trattò in quel caso di una lettera di Benedetto XVI taroccata in modo assai maldestro per non rivelare le sue critiche alla collana sulla teologia del suo successore pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana. Ratzinger, infatti, non solo rifiutò di scriverne la prefazione, ma sottolineò che uno degli autori, il teologo tedesco Peter Hünermann, durante il suo pontificato aveva “capeggiato iniziative anti-papali” e aveva attaccato anche documenti magisteriali di San Giovanni Paolo II.

ilfattoquotidiano.it

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