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La casa, i genitori, la sorella, la malattia e i loro ricordi: la sedicenne svedese si racconta. Dallo sciopero davanti al Parlamento fino alle proteste planetarie contro i cambiamenti climatici
di GIACOMO TALIGNANI

la nostra casa e in fiammeA volte ci vuole una persona invisibile per farci aprire gli occhi. Greta Thunberg lo era. Prima degli scioperi per il clima, dei discorsi all’Onu, del milione e mezzo di studenti che hanno seguito il suo esempio marciando contro l’inerzia dei governi sul cambiamento climatico, l’adolescente svedese viveva chiusa nel mutismo, piegata con il naso affondato nel pelo del suo cane Moses, in lacrime per essere stata bullizzata a scuola.

“Ci metteva 2 ore e 10 minuti per mangiare cinque gnocchi”, ricorda il padre parlando della malattia. Ma Greta, affetta da sindrome di Asperger, sotto quel mantello di invisibilità e sofferenza, stava in realtà lottando: non faceva che studiare, ripetere a memoria i dati sulle emissioni di anidride carbonica, ritagliare articoli, conoscere e capire i fatti. “Un solo viaggio in aereo può cancellare vent’anni di raccolta di differenziata”, ripeteva da sola in cucina. Si stava preparando ad agire. Il racconto di quel periodo, di come una famiglia unita ha usato la stessa forza necessaria per cercare di curare le figlie (anche la sorella Beata soffre di disturbi di neuro-sviluppo) in una battaglia concreta contro il cambiamento climatico è la trama de La nostra casa è in fiamme, il libro di Greta Thunberg scritto insieme alla sua famiglia e che dal 9 aprile uscirà in edicola con Repubblica a 12,90 euro oltre al costo del quotidiano. Per volontà di Greta doveva essere un “libro sul clima”, e in gran parte lo è così come, sempre per scelta delle sorelle Thunberg, è una pubblicazione i cui proventi andranno tutti in beneficenza ad associazioni che si battono per salvare il pianeta.

Ma soprattutto è un racconto, attraverso i discorsi della giovane paladina dell’ambiente, gli aneddoti della madre cantante lirica Malena Ernman e del padre attore Svante, di fragilità e forza. La fragilità di una Terra surriscaldata che “fra 12 anni non sarà più la stessa”, di una famiglia passata dal vivere viaggiando sempre sotto i riflettori a chiudersi in sé per superare la malattia delle figlie. Di una forza, quella con cui uscire dai problemi quotidiani, trasformata in impegno sociale: la voce di Greta, con dati scientifici, narra l’impegno necessario per arginare l’avanzata del global warming ricordandoci che “ci troviamo di fronte a una catastrofe. Voglio che proviate la paura che provo io ogni giorno” dice. Lo ripete senza risparmiare nessuno, dai governi ai media, sino ai suoi stessi genitori: “Avete appena prodotto 2,7 tonnellate di anidride carbonica”, dice ammonendo il padre e la sorella Beata che sono andati in Italia in aereo.


È un libro che parla di ghiacciai che si sciolgono, inquinamento che uccide, futuro rubato ai giovani, ma soprattutto di speranza. La stessa che inizia il 20 agosto, quando Greta fa il primo sciopero per il clima. Da lì a poco, i ragazzi di tutto il mondo la seguiranno per mostrarci qualcosa per troppo tempo rimasto invisibile ai nostri occhi: una Terra estremamente malata che ci sta chiedendo aiuto.

repubblica.it

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