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zuma jacob c ansaIl suo partito, l'African National Congress, lo ha abbandonato. Al suo posto arriva il vice Ramaphosa
Alla fine è arrivato il momento della resa di Jacob Zuma: il presidente del Sudafrica, travolto dagli scandali, si è dimesso in serata, "con effetto immediato". Domani era previsto un voto di sfiducia in parlamento per sancirne la revoca del mandato. Non ce ne sarà bisogno. Il piano del partito di governo Anc, che lo ha mollato, è eleggere immediatamente il suo successore: l'attuale vicepresidente e nuovo leader dello stesso African National Congress, Cyril Ramaphosa. "Non possiamo far aspettare più a lungo il Sudafrica", ha sottolineato un alto dirigente dell'Anc, Paul Mashatile. Zuma, che da settimane vacillava politicamente sotto la spinta della maggioranza del partito, che vuole presentarsi alle elezioni presidenziali del 2019 con la faccia pulita di Ramaphosa, aveva replicato con un'intervista in tv in cui aveva sfogato al propria amarezza. Zuma ha negato il peso di oltre 700 scandali grandi e piccoli, che vanno da un'inchiesta per illeciti in vendite di armi di vent'anni fa alla ristrutturazione dorata (con fondi pubblici) di una sua residenza. "Non hanno potuto provare cosa io abbia fatto" di male, ha sostenuto il 75enne Zuma, al potere dal 2009 di una delle maggiori economie del continente africano. Il presidente, nel sottolineare di sentirsi una "vittima", ha detto di considerare "molto, in un certo senso, ingiusto" il trattamento che gli viene riservato. Il presidente in passato ha già resistito a varie mozioni di sfiducia, ma stavolta l'Anc - il partito che fu di Nelson Mandela, al potere dal 1994 ed erede del movimento che ha liberato il Paese dall'oppressione razzista dei bianchi - ora è in maggioranza contro, e pronto a far giurare Ramaphosa da presidente già venerdì. Anche l'opposizione, che voleva votare la sfiducia il 22, è pronta a contribuire alla sua caduta di cui l'anziano leader è cosciente: con il parlamento contro, ha ammesso Zuma, "sono finito".

rainews.it

Foto © Ansa

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