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putin cremlino c reuters''Nessuna interferenza nel voto americano''
di Giuseppe Agliastro
Conferenza di fine anno di fronte a 1640 giornalisti: montatura per danneggiare Trump. L’attacco della candidata rivale Sobchak: qui gli oppositori vengono uccisi o incarcerati
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Vladimir Putin chiude virtualmente il 2017 con un grande show mediatico in vista delle presidenziali di marzo e delle tante sfide che attendono la Russia nel 2018. Nella sua tradizionale conferenza stampa di fine anno al World Trade Center di Mosca, il leader del Cremlino ha toccato i temi più disparati, ma non ha perso occasione per difendere ancora una volta Donald Trump sul Russiagate: i presunti contatti tra lui e Mosca sono stati "inventati" dai Democratici per "dipingerlo come un capo di Stato illegittimo", ha tuonato Vladimir Vladimirovich sottolineando che in questo modo "si danneggiano gli Stati Uniti" stessi, "si limita l’azione del presidente e non si rispettano gli elettori".
Putin si è esibito per 3 ore e 40 minuti davanti a 1.640 giornalisti in assetto da stadio che agitavano disperatamente cartelli e peluche nella speranza di attirare la sua attenzione e potergli fare una domanda. Il presidente russo è apparso in ottima forma. Anche quando l’oppositrice Ksenya Sobchak ha provato a metterlo alle strette. Il Russiagate? Una montatura. Le accuse di doping di Stato? Un complotto partito da Washington: il Cio e l’agenzia mondiale antidoping hanno subito "pressioni e vere e proprie intimidazioni". E la "gola profonda" dello scandalo, l’ex direttore del laboratorio antidoping russo Grigory Rodchenko è uno squilibrato nelle mani degli agenti dell’Fbi, che "forse gli somministrano una qualche sostanza per fargli dire quello che vogliono". La crisi economica? Ormai il peggio è passato: quest’anno "l’inflazione scenderà al 2,2%" e il "Pil crescerà dell’1,6%". Per non parlare del fatto che dal 2000 a ora "è salito del 75%", peccato che i giovani - zoccolo duro dei sostenitori dell’opposizione - non ricordino "i tormentati Anni 90". Bene l’apertura degli Usa per dialogare con la Corea del Nord, ma a non rispettare i trattati internazionali antimissilistici non sono i russi ma semmai gli americani.
Il momento più eclatante della lunga maratona - trasmessa in diretta tv e a reti unificate - si è però registrato quando il microfono è finito nelle mani della giornalista televisiva Ksenya Sobchak. "La gente sa bene che essere leader dell’opposizione significa essere uccisi o incarcerati", ha detto l’ex "Paris Hilton russa" che ha deciso di sfidare Vladimir Vladimirovich alle prossime presidenziali. La figlia dell’ex sindaco di San Pietroburgo e mentore di Putin, Anatoly Sobchak, ha denunciato come per un oppositore sia "estremamente difficile" persino affittare una sala per un semplice incontro con gli elettori. Poi ha preso le difese di Aleksey Navalny, il più popolare tra i dissidenti russi, l’unico capace di trascinare in piazza migliaia e migliaia di persone per protestare contro il governo e contro la corruzione. Ma che non può candidarsi a causa dei suoi guai giudiziari, che molti ritengono di matrice politica. "Perché il Cremlino ha così tanta paura della competizione politica?", ha chiesto Ksenya Sobchak.
Putin ha però sempre la risposta pronta, e ha schivato l’affondo agitando ancora una volta lo spettro dell’instabilità politica e delle "rivoluzioni colorate" di cui accusa gli Stati Uniti. Navalny? "Con gente come lui passeremmo da un golpe all’altro, la Russia diventerebbe una seconda Ucraina", ha ribattuto lo "zar". Putin non fa mai il nome di Navalny, ma riesce comunque benissimo a gettare fango su di lui: "Il nostro Paese - dice - verrebbe destabilizzato, saremmo come un muzhik, un contadino barbuto che pigramente osserva lo Stato trasformarsi in una pozzanghera torbida" alla mercé degli oligarchi, proprio "come negli Anni 90".
"Navalny significa instabilità, mentre io sono il garante di un percorso di crescita del Paese": è questo in pratica il messaggio lanciato da Putin, che non accenna neanche alle sentenze giudiziarie parlando del divieto di candidatura imposto all’oppositore. "Putin oggi ha riconosciuto per la prima volta che la mia mancata partecipazione alle elezioni è una decisione politica", attacca Navalny su Twitter. Parole che ascolteranno in pochi. Sui teleschermi delle famiglie russe c’è sempre lui: Vladimir Putin, il presidente russo che governa da 17 anni e si appresta a conquistare un quarto mandato da capo dello Stato per sedere sulla poltrona più importante del Paese fino al 2024. La sua popolarità in patria è a livelli record, secondo un recente sondaggio è pronto a votarlo il 61% dei russi. Per questo ha annunciato che alle elezioni intende correre da indipendente: si scrolla così di dosso il suo partito Russia Unita, meno amato di lui e già bollato dall’opposizione come "il partito dei ladri e dei truffatori".

La Stampa

Foto © Reuters

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