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astiz alfredo bnLa Corte Suprema riesuma una legge che riduce le condanne per i crimini della dittatura: 250 fra assassini e torturatori potrebbero uscire di prigione
di Alessandro Oppes
La sola ipotesi fa rabbrividire l’Argentina intera. Pensare che un criminale come Alfredo Astiz, l’“Angelo della morte” degli anni bui della dittatura, possa tornare a piede libero, passeggiare tranquillo per le strade di Buenos Aires, provoca un moto di indignazione che sta scuotendo la società e il mondo politico.
Astiz sarebbe solo uno fra i quasi 250 assassini e torturatori che potrebbero recuperare la libertà grazie a una sentenza della Corte Suprema argentina che riesuma la cosiddetta legge del “ dos por uno”.
In vigore fra il 1994 e il 2001, la norma stabiliva che se la detenzione preventiva di un imputato dura più di due anni, a partire da quel momento ogni giorno verrà conteggiato doppio (2x1) per stabilire così di conseguenza la durata della pena.
In questo modo, molti dei più efferati protagonisti della guerra sucia dei tempi del generale Jorge Rafael Videla (lui, sì, morto in carcere quattro anni fa) si vedrebbero applicato il principio della “legge più benevola”. Questione controversa anche dal punto di vista giuridico, tanto che un procuratore ha ieri denunciato per prevaricazione i tre magistrati dell’Alta Corte autori della sentenza Al di là del fatto che il “2x1” non era in vigore quando sono stati commessi i fatti (1976-1983) e che la legge era già stata derogata ai tempi dei processi contro i criminali di regime, la controversia riguarda anche la possibilità di applicare la “ ley más benigna”: la Costituzione argentina non la prevede, il diritto internazionale sì, ma con l’esclusione dei casi di crimini contro l’umanità. Da qui la decisione quasi unanime della Camera dei deputati che ieri, con le Madri di Plaza de Mayo a vigilare dalle tribune del pubblico, ha approvato un’iniziativa che bloccherebbe l’applicazione della sentenza. Ora la palla passa al Senato.
Qualcuno grida all’ingerenza del potere legislativo nelle competenze di quello giurisdizionale, sullo sfondo di un grave imbarazzo del governo di Mauricio Macri (due dei tre giudici che hanno approvato questa sentenza sono stati designati proprio da lui). Ma dopo lo scandalo delle leggi assolutorie degli anni di Raúl Alfonsín (“Punto Final” e “Obediencia Debida”) e l’indulto di Carlos Menem ai generali golpisti, l’Argentina diventata in questi anni un esempio nella lotta contro l’impunità non è più disposta a tollerare nessuna retromarcia.

UFFICIALE, SPIA E TORTURATORE
Alfredo Astiz, l’”Angelo della morte”, ex capitano di fregata, si faceva passare per familiare di desaparecidos: così fece arrestare e uccidere due suore francesi e le fondatrici delle Madri di Plaza de Mayo.

Tratto da: La Repubblica del 12 maggio 2017

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