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La famiglia sostiene che i rapitori lo hanno lasciato andare ma dietro la vicenda c’è una spietata faida interna al cartello di Sinaloa e le autorità sono caute.
di Guido Olimpio
Alfredo Guzman è di nuovo in libertà? Fonti vicine alla famiglia sostengono che il figlio de El Chapo sarebbe stato rilasciato dai suoi rapitori, stessa sorte per le cinque persone che erano state sequestrate con lui in un locale di Puerto Vallarta il 15 agosto. Il gruppo - sempre secondo le stesse fonti - si troverebbe ora nello stato di Sinaloa, feudo del clan. Più prudenti le autorità: per ora la procura non conferma.

Una vicenda piena di misteri
L'intera vicenda continua comunque ad avere aspetti poco chiari. Anche perché due giorni fa erano circolate informazioni (smentite) sulla morte di Alfredillo e del ritrovamento del suo  cadavere. Se davvero è tornato libero quale contropartita ha dovuto cedere la sua famiglia? Un prezzo legato ai traffici illegali? La polizia ha sempre sostenuto che l'attacco sarebbe stato organizzato da elementi del cartello di Jalisco-Nueva Generacio, formazione rivale di Sinaloa decisa a strappare porzioni di territorio ai nemici. Ma anche su questo punto non tutti gli esperti paiono convinti. E c'è poi anche il mistero su Ivan Guzman, altro figlio del padrino. Non è stato escluso che fosse finito anche lui nelle mani degli avversari. I suoi parenti avevano negato aggiungendo però che c'erano stati dei problemi nel rintracciarlo.

Chi comanda nel cartello di Sinaloa?
Il giallo di Alfredo si inserisce in uno scontro più ampio. Il primo riguarda il controllo del cartello di Sinaloa ora che il boss è in prigione, con diversi esponenti dell'organizzazione pronti a ridistribuire cariche e potere. Il secondo investe la battaglia totale tra le gang, in particolare nelle zone al confine con gli USA, punto di passaggio obbligato di stupefacenti, clandestini e qualsiasi cosa possa essere contrabbandato. Aspra, tra le altre, quella oppone diverse componenti dei Los Zeta, ormai frazionati in sottogruppi. Molte le esecuzioni, come le teste mozzate lasciate dentro le ghiacciaie.

Tratto da: corriere.it

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