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Roma. Si era nascosto fra i rovi di un cespuglio nel terreno confinante con la sua villa ma è stato scovato dai cani-poliziotto che hanno messo fine così ad una latitanza che durava da tre anni: Bernardo Sparapano 55enne romano, è stato arrestato dagli agenti della squadra mobile di Roma a Nettuno, località marina alle porte della Capitale. L'uomo era ricercato da più di tre anni poiché condannato in via definitiva alla pena di anni 8, mesi 6 e 7 giorni. Sparapano era finito sotto inchiesta nel 1997 per traffico internazionale di sostanze stupefacenti, trasportata a bordo di navi su acque territoriali. La droga era stata sequestrata nelle acque antistanti la Sardegna. In particolare, l'uomo era stato condannato per avere organizzato un'associazione per delinquere, con ramificazioni in Marocco e Spagna, finalizzata all'importazione nel territorio dello Stato di ingenti quantitativi di hashish prelevati in Marocco e trasportati a bordo di natanti in Italia. In una occasione, sono stati sequestrati nelle acque antistanti a Cagliari, 3750 chili di hashish trovati nella barca "Domenico Emma" mentre, in un'altra, 2.073 kg nascosti all'interno di un natante denominato "Giorgia Vittoria". Con Sparapano, nell'organizzaziome c'era anche Raffaele Amato, killer di spicco del clan camorrista dei Di Lauro, nonche' capo assoluto di una holding criminale che ha imposto il suo predominio nei quartieri di Secondigliano, Scampia e Napoli con ramificazioni in tutt'Italia e all'estero.
Dal 1991 al 1993 uno scontro violentissimo ha opposto le famiglie dei Di Lauro e dei Di Girolamo a quella dei Ruocco per il controllo dei commerci illegali a Mugnano, Melito, Casavatore, Arzano e nei quartieri di Secondigliano e Scampia. Oltre venti i morti e molti i feriti in questa guerra di camorra che si è combattuta anche con incendi, sequestri di persona e con l'omicidio di parenti estranei alle strategie criminali dei clan contendenti. Con l'arresto del boss, avvenuto il 17 maggio 2009 a Marbella in Spagna ad opera della Polizia di Stato, si è chiusa l'indagine sulla faida che, per due anni, ha insanguinato le strade del capoluogo partenopeo. La storia criminale di Bernardo Sparapano è ben nota alla cronaca romana, in quanto l'uomo, da giovane si era reso responsabile di reati contro il patrimonio e, successivamente, compiva un salto di qualità entrando in contatto con organizzazioni criminali di Roma e nel Lazio, in particolare con la Banda della Marranella, dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti a Roma, nel Lazio e in Campania. La sua escalation criminale coincide con l'incontro ed il consolidamento dei rapporti con soggetti che fanno capo alla camorra napoletana, il cui vertice a Roma era rappresentato dal Gennaro Senese e dai fratelli Calogero, Giuseppe e Francesco Carlino. L'uomo e' stato coinvolto anche nell'operazione "Tridente", svolta negli anni '90, sempre dalla Polizia di Sato e riguardante un'organizzazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Sparapano si nascondeva a Nettuno dentro la sua villa a via Piscina Tre Cancelli. Le ricerche, durate circa sei ore, sono state innanzitutto condotte all'interno della villa dove sono stati trovati cinque covi ricavati nella casa e nascosti dai mobili. Gli agenti si sono concentrati poi sul terreno esterno alla villa confinante con le mura di cinta dove e' stata poi individuata grazie alle unita' cinofile, la zona ove il latitante si era nascosto e cioe', in un cespuglio di rovi.

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