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02di AMDuemila - 3 novembre 2014
È caccia aperta ai killer del giornalista paraguayano Pablo Medina e della sua giovane assistente Antonia Almada. Grazie alle numerose prove raccolte le autorità sono state in grado di ricostruire la dinamica dell’omicidio e nei giorni scorsi il Procuratore generale Javier Diaz Verón il Ministro dell’Interno Francisco de Vargas e Sandra Quiñónez, uno dei giudici a carico delle indagini, ed il Commissario Gilberto Fleitas, hanno fatto il punto della situazione sull’avanzamento delle indagini. Sedici giorni dopo quel terribile attentato, grazie all'analisi dei tabulati telefonici si è riusciti a ricostruire i movimenti dei presunti autori materiali, Wilson Acosta e Flavio Acosta. Entrambi, nel giorno dell'omicidio, sono stati costantemente in contatto con il secondo che avrebbe seguito gli spostamenti di Medina da vicino mentre, subito dopo l’omicidio, il primo si è messo in contatto con il sindaco di Ypejhú, Vilmar Acosta “Neneco” per una comunicazione che è proseguita fino a tarda sera. Sono i tabulati telefonici a rivelare il tragitto percorso dalle vittime e dagli imputati fino al luogo del crimine.
Secondo quanto dichiarato dal commissario Gilberto Fleitas si sarebbe ora in grado di confermare la paternità del delitto con le indagini che si concentrano sulla ricerca e cattura dei sospettati. Al momento gli imputati sono in quattro: il sindaco di Ipejhù Vilmar Acosta, ritenuto mandante dell’omicidio, Wilson Acosta, Flavio Acosta ed Arnaldo Cabrera.

Giudice allontanato dalle indagini
In seguito alle polemiche il giudice Nestor Cañete, membro del gruppo che sta indagando sull'omicidio del giornalista ma che nel 2011, nonostante le pesanti accuse di omicidio, firmò la clamorosa assoluzione di Vilmar Acosta, è stato allontanato dalle indagini su disposizione del Procuratore generale Javier Díaz Verón. Il Pg ha motivato la propria decisione con l'esigenza di “non tradire la fiducia della cittadinanza sullo sviluppo dell'inchiesta”. Da questo momento in poi, quindi, il pool che seguirà le indagini sarà formato dai magistrati Sandra Quiñónez, Christian Roig e Lorenzo Lezcano.

La società civile che si schiera
Sul “caso Medina-Almada” non ha precedenti la presa di posizione da parte della cittadinanza a seguito dell’omicidio. Nonostante le molte vittime del giornalismo, e non, cadute per mani della mafia paraguayana, solo adesso la popolazione è scesa in campo per chiedere “giustizia” e che si vada fino in fondo mettendo fine all’impunità di cui godono i narcotrafficanti e i loro referenti politici. Anche venerdì 31 ottobre si è tenuta una manifestazione dove i partecipanti, tra cui diversi politici, hanno raggiunto il Tribunale di Curuguaty per esprimere la propria rabbia. All'evento era presente anche la giovane nipote di Pablo Medina, Dalma, che ha espresso la propria indignazione per la morte dello zio e per l’imperare del narcotraffico nella città. “Siamo noi che dobbiamo cambiare lo stato di cose” ha ricordato a tutti. Da parte sua il presidente de la Repubblica Horacio Cartes ha convocato per oggi una riunione con le più alte autorità dello Stato. Argomento dell'incontro sarà principalmente la sicurezza del Paese ma anche i casi di corruzione all'interno delle istituzioni.

Irregolarità nelle elezioni del sindaco Vilmar Acosta
Tra gli elementi nuovi che stanno emergendo vi sono anche alcune irregolarità che circondano l'elezione di Vilmar Acosta a 03sindaco della città di Ipejhù per il Partito Colorado. A quanto pare non avrebbe avuto alcun diritto costituzionale ad accedere alla carica a causa della doppia nazionalità paraguaiana e brasiliana. Solo una persona si oppose e chiese la nullità dell’elezione appellandosi alla costituzione, Julián Núñez Benítez, il secondo più votato, ma inutilmente. Giudici, magistrati e ministri si piegarono di fronte al potere dell’oggi latitante. In ultima istanza Julián Nuñez si appellò alla Corte Suprema, rappresentata da Víctor Nuñez, lo stesso che intercedette per la liberazione di Vilmar Acosta quando era in carcere insieme a suo padre Vidal dopo il ritrovamento di alcuni resti umani nella sua tenuta. L’istanza non venne mai affrontata e lo stesso Julián Núñez pagò con la vita, lo scorso 1°agosto, l’avere osato mettersi contro i poteri forti.

Condannato a morte
Secondo indiscrezioni sulla “testa” di Vilmar Acosta “Neneco” sarebbe stata fissata una ricompensa di 200.000 dollari americani. Questi, decretando la morte del giornalista di ABC Color Pablo Medina ha infatti messo in grave difficoltà le attività di frontiera del narcotraffico. La ferma azione del Governo, intento a risanare l’area di influenza della rete di “Neneco”, nella zona di Ipejhù e Villa Ygatimí, ha generato delle conseguenze imprevedibili per l’organizzazione criminale che in meno di due settimane ha subito la perdita di importanti membri della stessa e di importanti quantità di droga. Inoltre, il fatto che la polizia mantenga presidiata la zona di Ipejhù impedisce per il momento la fluidità del traffico di marijuana lungo il confine con il Brasile. E dal punto di vista dei narcos proprio la cattura o la morte dello stesso Vilmar Acosta potrebbe essere l'unico “sblocco” per questa soluzione di stallo. Non solo. Da quando è stato emesso ordine di cattura internazionale a suo carico, vigente anche in Brasile, paese dove si presume si sia rifugiato, il sindaco di Ypejhù avrebbe rotto gli equilibri tra le diversi fazioni con le quali collaborava. Ed è proprio a causa di ciò che ora Vilmar Acosta non è solo un ricercato ma anche un condannato a morte abbandonato dai suoi stessi “ex compagni d'affari”.

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