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edwin-chota-c-apdal nostro inviato OMERO CIAI - 11 settembre 2014
Dieci giorni fa, dopo un viaggio a piedi in Brasile per unirsi ad altri capi indios. Era un avvocato, appartenente a una etnia che conta centomila persone. Lima vara una commissione d'inchiesta

SAN PAOLO - Quattro ambientalisti sono stati assassinati nella foresta al confine fra Perù e Brasile. E' successo il primo settembre ma la notizia è stata confermata soltanto ieri. Una delle vittime è un famoso attivista peruviano, Edwin Chota (in foto © Ap). Di etnia ashàninkas, come le altre tre vittime, Chota, 54 anni, era da tempo uno dei leader indigeni più impegnati nella difesa della foresta amazzonica dalla deforestazione illegale e dai narcos che usano le vie fluviali sul confine per portare la cocaina dal Perù in Brasile e poi verso l'Europa.

Più volte, negli ultimi mesi, Edwin Chota aveva lanciato appelli al governo peruviano sui rischi per la sua sicurezza e quella degli indios ashàninkas perché aveva ricevuto numerose minacce di morte. Alla fine di agosto aveva intrapreso un viaggio nella foresta, a piedi, insieme ad altri tre attivisti per riunirsi in Brasile con altri capi indios. Tutti e quattro sono stati assassinati sulla via del ritorno. Dalle bande di tagliatori illegali di alberi o dai narcotrafficanti.

Le tribù indigene dell'etnia ashàninkas, centomila persone in tutto, vivono in piccole comunità, di solito quattro o cinque famiglie, sia nella parte peruviana dell'Amazzonia che in quella brasiliana. Chota era di Saweto, nella regione dell'Alto Tamaya. Sono aree nelle quali spostamenti e comunicazioni sono particolarmente difficili e per questo la notizia dei quattro omicidi è stata resa nota con tanto ritardo.

A Lima il presidente, Ollanta Humala, ha annunciato la formazione di una commissione d'indagine per individuare i responsabili dell'eccidio. Edwin Chato era un personaggio molto carismatico nella sua comunità e in Perù. Avvocato, combatteva anche legalmente contro le compagnie dell'industria del legno, che ha causa della corruzione nell'amministrazione pubblica ottengono permessi per tagliare la legna e persino titoli di proprietà della terra illegalmente.

E' un omicidio che ricorda quello di Chico Mendes, la leggenda dei siringueiros brasiliani, ucciso alla fine del 1988 dai killer dei proprietari terrieri per la sua battaglia a favore della difesa della foresta. La notizia della morte di Chota è stata pubblicata dalla maggior parte dei quotidiani americani. Questo perché è sul mercato americano che va finire il legno degli alberi dell'Amazzonia. Nella regione al confine tra Brasile e Perù i tagliatori illegali, sempre armati di fucili e pistole, cercano soprattutto mogano e cedro tropicale. Il legno di un solo albero rivenduto in America può valere fino a 11mila dollari.

Il governo brasiliano ha diffuso nuovi dati sulle rilevazioni satellitari del disboscamento dell'Amazzonia. Fra il giugno del 2012 e il giugno del 2013 si è registrato un nuovo aumento della distruzione della foresta. Le zone più critiche sono negli Stati del Para e del Mato Grosso in Brasile, ovvero quelli dove c'è stata la maggiore espansione dell'agricoltura locale.

repubblica.it

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