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9 febbraio 2012
Madrid. Il giudice spagnolo Baltasar Garzòn è stato condannato a 11 anni di inabilitazione dall'incarico per la vicenda delle intercettazioni da lui disposte nel «caso Guertel». La condanna contro il 56enne Garzon, escluso per 11 anni dalle funzioni di magistrato, segna di fatto la fine della sua carriera in Spagna. Il magistrato è stato condannato all'unanimità dai sette giudici della Corte Suprema per aver ordinato intercettazioni delle conversazioni in carcere fra alcuni imputati e i loro avvocati, nell'ambito del caso Guertel, una vicenda di corruzione scoppiata nel 2009 in seno al partito Popolare dell'attuale primo ministro spagnolo Mariano Rajoy. Garzon, noto in tutto il mondo per il suo impegno giudiziario in favore dei diritti umani, è in attesa di un altra sentenza. Ieri si è infatti concluso il dibattimento del processo che lo vede accusato di negligenza professionale per aver indagato sulle vittime del franchisimo senza tener conto dell'amnistia del 1977. Sospeso dalle sue funzioni nel 2010, Garzon ha subito ottenuto un incarico presso il Tribunale Penale Internazionale dell'Aja, come assistente del procuratore generale, l'argentino Moreno Ocampo. Un'offerta che sottolinea l'ampia solidarietà internazionale di cui gode Garzon. Molti suoi sostenitori, in Spagna come all'estero, ritengono che sia vittima di una persecuzione politica in quanto giudice scomodo. Nella sua lunga carriera, Garzon ha aperto inchieste contro narcotrafficanti, terroristi islamici e terroristi baschi. Il suo caso più noto è stato il tentativo, fallito, di ottenere nel 1998 l'estradizione di Pinochet, che per questo fu arrestato in Gran Bretagna. Nel 2005 Garzon è riuscito a far condannare l'ex ufficiale della marina argentina Adolfo Scilingo, che sta scontando 30 anni di carcere in Spagna per crimini contro l'umanità commessi durante la dittatura.

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Condanna Garzon divide il Paese

9 febbraio 2012
Madrid. La condanna del giudice spagnolo Baltasar Garzon, sospeso per 11 anni dalle sue funzioni per le intercettazioni da lui ordinate nel caso Guertel, divide la Spagna. Il ministro della Giustizia, Alberto Ruiz Gallardon, si è limitato a dire che «rispetta» la sentenza. Ma l'opposizione di sinistra parla di sentenza «preoccupante» e «ingiusta», mentre un gruppo di sostenitori del magistrato afferma che è «una vergogna» per il sistema giudiziario spagnolo. Julio Villarrubia, portavoce del partito socialista per i temi della giustizia, si dice «sorpreso e preoccupato» per il verdetto di colpevolezza nei confronti di un giudice che si è battuto senza sosta contro traffico di droga, terrorismo e corruzione. «Oggi è un giorno triste per la democrazia», commenta Cayo Lara, del partito Izquierda unita, che parla di sentenza «ingiusta». L'avvocato di Garzon sta considerando se ricorrere in appello di fronte alla Corte Costituzionale spagnola o la Corte Europea dei Diritti Umani. Intanto c'è attesa per l'altro caso che coinvolge il giudice, accusato di negligenza professionale per aver aperto un'inchiesta sulle vittime del franchismo senza tener conto dell'amnistia del 1977. Il dibattimento si è concluso ieri e la sentenza arriverà a breve. Molti sostenitori di Garzon ritengono che i due casi siano frutto di una persecuzione politica contro un magistrato scomodo. E Gabriela Knaul, rapporteur speciale dell'Onu per l'indipendenza dei giudici ha espresso preoccupazione per questo processo:«presunti errori nelle decisioni giudiziarie non dovrebbero essere un motivo per la rimozione di un giudice.

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