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di AMDuemila
Centotrenta anni di carcere. E' questo il totale delle condanne emesse dal Gup, Marco Gaeta, nel processo "Pegasus" contro trenta presunti appartenenti a una organizzazione che, a Palermo, vendeva Droga (cocaina, crack, hashish e marijuana) nel mercato popolare di Ballarò. Il giudice ha dunque accolto le richieste della Procura.
Il gruppo, pur con gli sconti previsti per il rito abbreviato (un terzo della pena), ha subito in un paio di casi condanne a 14 anni con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, e poi una serie di pene comprese tra sei e otto anni.
L'inchiesta, condotta dai carabinieri, scattò l'11 settembre 2018 portando alla scoperta di affari consistenti: circa 500 cessioni al giorno per incassi che, sempre quotidianamente, si aggiravano attorno ai cinquemila euro. Droga venduta anche agli studenti liceali, a professionisti e impiegati.

Le condanne

I capi, secondo quanto ricostruito dal pm Felice De Benedittis, sarebbero stati Silvio Mazzucco, detto u bocconcino, che ha avuto 14 anni, e Giovanni Rao, alias u manciaciumi, il prurito, che ne ha avuti otto. Anche Ignazio Gallidoro, detto u pistulune, ha avuto 14 anni; 8 anni, oltre che a Rao, sono toccati a Francesco Paolo Ferrara, Eduardo Premuda, detto Aldo, Vincenzo Vitrano; sette ciascuno a Dario Cusimano, Antonino Gallidoro, Antonino Cangemi, Cristian Lo Monaco; sei a Salvatore Grisafi e Giancarlo Grisafi. Albina Molinaro ha avuto 2 anni e 8 mesi; Michele Arena 2 anni; Paolo Collura un anno e 6 mesi; Daniele Taormina, un anno e due mesi; Angelo Berretta e Fabio Comito un anno, un mese e 10 giorni; Francesco Imperiale un anno e un mese; Domenico Prestifilippo, James Candeh un anno; Raffaele Cardella 10 mesi e 20 giorni; Marcello Imperiale 10 mesi. Poi otto mesi a testa per Emanuel Lo Monaco, Tito Marco Kamel, Marco Saluto, Gianluca Calaio' e Gabriele Giuseppe Rizzone. Infine Chakib Farjallah, detto Filippo u tunisino, e Pasquale Sileci (detto Anthony), 6 mesi ciascuno.

Fonte: AGI

Foto d'archivio © Imagoeconomica