Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

35enne finisce ai domiciliari con la misura del braccialetto elettronico
di AMDuemila
I sostituti procuratori della Dda di Palermo Claudio Camilleri e Pierangelo Padova hanno chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 35 persone coinvolte nella maxi inchiesta “Kerkent” - eseguita dalla Dia di Agrigento guidata dal vicequestore Roberto Cilona - che nello scorso marzo fece luce sull’ascesa della famiglia mafiosa di Agrigento di Antonio Massimino che, secondo l’accusa, sarebbe stato al vertice di un’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il 27 gennaio inizierà prima udienza preliminare davanti il gup del Tribunale di Palermo Fabio Pilato. Inoltre il giudice per l’indagine preliminare del Tribunale di Palermo Claudia Rosini, in accoglimento dell’istanza avanzata dagli avvocati Giovanni Castronovo e Chiara Proietto, ha disposto la sostituzione della misura cautelare in carcere con quella dei domiciliari con la misura del braccialetto elettronico per il 35enne Giuseppe Tornabene, nella stessa operazione. Il gip di Palermo ha motivato la decisione affermando che le esigenze cautelari sono notevolmente affievolite e, dunque, la misura cautelare può essere sostituita.
L’accusa ritiene che il 35enne farebbe parte del sodalizio criminale capeggiato dal boss Antonio Massimino (attualmente detenuto in regime di carcere duro).