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di AMDuemila
Il clan Fasciani è mafia. Così hanno deciso i giudici della seconda sezione penale della Cassazione che ha in gran parte confermato la sentenza della Corte d'appello di Roma del 4 febbraio scorso nei confronti degli imputati accusati a vario titolo per associazione mafiosa e altri reati aggravati dall'uso del metodo mafioso.
E' la seconda volta che la Cassazione si esprime sul processo al clan del litorale. Il 26 ottobre 2017 la Suprema Corte aveva annullato con rinvio le condanne, disponendo di fatto un Appello bis per valutare l'esistenza della mafia che nel precedente secondo grado era caduta. Con la sentenza di oggi diventano definitive condanne per circa 140 anni.
Con questa sentenza la Cassazione ha cristallizzato la matrice mafiosa del clan Fasciani, confermando l'impianto accusatorio del secondo grado. Oltre 27 anni di reclusione al 'patriarca' Carmine Fasciani, 12 anni e 5 mesi alla moglie Silvia Franca Bartoli, 11 anni e 4 mesi alla figlia Sabrina e 6 anni e dieci mesi alla figlia Azzurra. Il collegio della seconda sezione penale della Cassazione, presieduta da Giovanni Diotallevi, ha condannato anche Alessandro Fasciani, nipote di Carmine, a 10 anni e cinque mesi (con uno sconto di pena di un mese), Terenzio Fasciani (8 anni e mezzo), Riccardo Sibio (25 anni e mezzo), Luciano Bitti (13 anni e tre mesi), a John Gilberto Colabella 13 anni, Danilo Anselmi 7 anni. Ci sarà un nuovo processo per la determinazione della pena a Mirko Mazzoni ed Eugenio Ferramo.
"E' la prima volta che la Cassazione riconosce la mafia a Roma. Non era mai accaduto nemmeno ai tempi della banda della Magliana" ha detto l'avvocato Giulio Vasaturo, avvocato di parte civile per Libera. "La sentenza di condanna del clan Fasciani segna un nuovo corso della giurisprudenza- ha aggiunto - vengono riconosciute le mafie autoctone del centro-nord. E una sentenza che farà scuola".
"Sono soddisfatto di questa sentenza, molto" ha commentato a sua volta Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare Antimafia. "La città di Roma è più libera indubbiamente - permette - Ma devo necessariamente sottolineare due punti: siamo nel 2019 e non posso festeggiare per una sentenza che sancisce solo oggi che c'è mafia. Il secondo punto è proprio non aver certificato che anche mafia Capitale fosse mafia. Qualche giorno fa abbiamo avuto decine e decine di arresti per un traffico di droga imponente. Gruppi criminali imperversano e continuiamo a definirli bande criminali. Sono seriamente preoccupato perché un fenomeno mafioso non si costruisce nel giro di un paio d'anni ma ha radici profonde". "Si è fatto difficoltà a ragionare di mafie al nord - ha ricordato Morra - per poi 'scoprire' che si erano insediate da decenni. Forse la stessa meccanica si ripete ancora. Di certo c'e' mafia da troppo tempo e solo per una decisa azione degli inquirenti e delle forze dell'ordine le stiamo assestando durissimi colpi. Per l'azione di cittadini onesti e di un'amministrazione guidata da Virginia Raggi che non piega la testa. Ecco per questo esprimo soddisfazione".

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