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Il sequestro del patrimonio di Mario Ciancio Sanfilippo disposto dal Tribunale di Catania su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia conferma ciò che da decenni giornalisti liberi e organizzazioni sociali catanesi, spesso nella più grande solitudine, denunciano.

L'amministrazione giudiziaria imposta alle numerose aziende e l'estromissione di Ciancio dalla guida di giornali e televisioni finalmente mette la città davanti alla gravità e all'importanza del processo in corso per concorso esterno in associazione mafiosa e delle indagini sul patrimonio di Mario Ciancio.

Il Sistema Ciancio (ovvero la commistione di interessi economici, amicizie politico-istuzionali e favori editoriali, la benevolenza mediatica verso il potente prostrato, la concessione amicale di varianti) ha dominato la città diventando paradigma di un modo, tutto catanese, di intendere la cosa pubblica, i ruoli istituzionali, l'interesse privato. Quanto vi sia di penalmente rilevante lo stabiliranno i tribunali come stanno già facendo seppur in estremo ritardo.

Il Sistema Ciancio ha già impoverito e mortificato la città di Catania per cinquant'anni, nel silenzio dei più, con la complicità di molti. Un solo giornale, una sola conventicola di imprenditori intoccabili, un solo schieramento politico sempre maggioritario: quello degli affari. A dominare è stato sempre il più ricco e adesso, dopo cinquant'anni, si tenta di fare luce su quella ricchezza: sproporzionata a tal punto da determinarne la confisca. Dal Tribunale urlano ciò che già tanti sapevano ma avevano timore di dire: il re è nudo.

Cambiare si può, cambiare si deve. Non può essere solo un'azione giudiziaria a rivoluzionare le logiche imprenditoriali della città, a smontarne i comitati d'affari, a rompere il consociativismo. Ma di certo il sequestro di giornali e Tv sarà una straordinaria occasione per sperimentare una nuova linea editoriale che possa riconsegnare dignità all'informazione indipendente catanese. Giornali e tv non più strumento di potere ma organi di informazione libera e antimafiosa. Solo il coraggio di dare slancio a una nuova stagione dei giornali e delle televisioni sequestrate potrà salvare i livelli occupazionali de La Sicilia dei quali è dovere di tutte e tutti curarsi. Infatti Ciancio non potrà più “rispondere con il suo patrimonio personale come ha fatto negli ultimi 10 anni di crisi”. Patrimonio personale oggi oggetto di confisca.

Catania Bene Comune

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