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zambetti domenico c livio valerio APRequisitoria, 'ha consapevolmente attinto voti da criminalità'
Milano. Domenico Zambetti ha "consapevolmente" attinto voti dal "bacino della criminalità organizzata" e ha stretto un "patto" con i referenti delle cosche lombarde che "prevedeva, in cambio di voti, lavoro e appalti". E' un passaggio della requisitoria del sostituto pg Galileo Proietto, che ha chiesto la conferma della condanna a 13 anni e mezzo, inflitta in primo grado all'ex assessore regionale lombardo Domenico Zambetti, imputato al processo in corso davanti alla terza Corte d'Appello di Milano per la presunta compravendita di quattromila preferenze e sospette infiltrazioni della 'ndrangheta nelle elezioni regionali del 2010.
Il sostituto pg ha chiesto di confermare le pene anche per Ciro Simonte, ritenuto vicino alle cosche e condannato a 11 anni di carcere, per Ambrogio Crespi, fratello dell'ex sondaggista di Berlusconi (Luigi), condannato a 12 anni. Chiesti invece 4 anni e 4 mesi per il presunto il boss Eugenio Costantino, per il quale è stata proposta una condanna di gran lunga inferiore ai 16 anni e mezzo decisi dal Tribunale. Si ritorna in aula il prossimo 16 aprile. Il pg ha ritenuto di proporre per Costantino una condanna ribassata di molto per via della continuazione dei reati e per via del cumulo con la condanna definitiva a circa 11 anni in un procedimento parallelo in cui risponde di sequestro di persona.
Nelle motivazioni della sentenza del febbraio scorso i giudici, presieduti da Maria Luisa Balzarotti, avevano ritenuto che il "contraente" dell'ex assessore lombardo sarebbe stata una "organizzazione criminale unitaria, in cui sono federate le famiglie di 'ndrangheta operanti in Lombardia", ovvero le cosche Di Grillo-Mancuso (con sede a Cuggiono, nel milanese), Morabito-Bruzzaniti-Palamara (attiva a Milano) e Barbaro-Papalia, della zone di Corsico e Buccinasco e rappresentate da Eugenio Costantino (16 anni e mezzo) e Giuseppe D'Agostino (già condannato in abbreviato). Il Tribunale aveva assolto Alfredo Celeste, ex sindaco di Sedriano, il primo comune del milanese che venne sciolto per mafia e il medico Marco Scalambra.
Per i due era stata pero' disposta la trasmissione degli atti alla Procura, in relazione all'appalto per il verde a Sedriano, così come per Vincenzo Giudice, ex presidente del consiglio comunale di Milano all'epoca del sindaco Letizia Moratti. In primo grado il pm Giuseppe D'Amico per Zambetti aveva chiesto 10 anni di carcere in quanto non aveva ritenuto sussistente il concorso esterno in associazione mafiosa. Concorso che invece il Tribunale ha riconosciuto, assieme ai reati di corruzione e voto di scambio.

ANSA

Foto © Livio Valerio/AP

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