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saipem eni c ansaMILANO. La presunta maxi 'stecca' da oltre 197 milioni di euro versata al ministro dell'Energia algerino Chakib Khelil e al suo entourage in cambio di appalti petroliferi sarebbe stata una sorta di "biglietto di invito per Saipem per scansare gli avversari" e "per avere il favore" dello stesso ministro "e la sua protezione nelle fasi di gara". E' un passaggio della requisitoria del pm Isidoro Palma nel processo in corso a Milano a carico, tra gli altri, dell'ex numero uno di Eni Paolo Scaroni, dell'ex responsabile per il nord Africa del gruppo petrolifero Antonio Vella e di Farid Noureddine Bedjaoui, fiduciario dell'allora ministro, finiti imputati per corruzione internazionale. Imputate, in base alle legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, anche la stessa multinazionale e la sua controllata. Il pm concluderà il suo intervento con le richieste di condanna lunedì prossimo 26 febbraio.

Ansa

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